La persona umana, a livello esoterico, la possiamo paragonare ad una spugna che assorbe una certa quantità di acqua.
Ci sono spugne che assorbono poca acqua, altre così così, altre ancora tantissima.
Questo esempio serve a farci capire che in magia operativa, quando si usano determinate energie esoteriche, grande importanza deriva dalla capacità del singolo di assorbire tali energie.
Più energia verrà assorbita dal bersaglio (che è la persona su cui si sta lavorando per cercare di ottenere un determinato risultato), più avremo risultati positivi e riscontri incoraggianti riguardo i lavori in corso, anche in termini di tempo.
Il grosso problema è che tale sensibilità energetica non è quantificabile e/o controllabile prima di un intervento magico-esoterico-occulto.
Questo vuol dire che è impossibile sapere a priori se l’oggetto delle nostre attenzioni è più o meno sensibile a queste energie.
Solamente alla fine dell’intervento esoterico, quando faremo il controllo finale, avremo la possibilità, tra le altre cose, di appurare la sensibilità energetica del bersaglio.
Ci sono altresì delle realtà che, in qualche modo e/o maniera, condizionano la sensibilità del singolo, rendendolo meno sensibile a certe energie, anche se potenzialmente è grande ricettore.
Infatti, la sensibilità energetica trova grande difficoltà di assorbimento in soggetti (ad esempio) dediti all’alcol, alle droghe, a malattie neurologiche, psicologiche e/o psichiatriche…
Questi soggetti hanno un potere di assorbimento molto contenuto che a volte limita l’intervento magico ed altre ne inficia addirittura il risultato.
Non è comunque la sola sensibilità energetica causa di un fallimento di un lavoro esoterico, ma ne occupa in maniera molto consistente una buona parte.
La lacuna della sensibilità energetica in un soggetto, può essere colmata con una attività esoterica più intensa, se non addirittura di livello superiore.
Davanti ad una realtà carente a livello energetico, l’importante è non arrendersi di fronte ad una prima possibile sconfitta, ma avere la forza di continuare, insistere, con sempre più determinazione e convincimento il lavoro iniziato, superando così la criticità dovuta all’evento.
Sette/otto volte su dieci, la caparbietà, l’insistenza, la volontà di arrivare al traguardo, riescono a supplire ed a rimediare (assieme ad altri elementi) alla carenza energetica.
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