Caro Ismaell,
anch’io voglio contribuire ad aumentare le tue testimonianze con la mia, in segno di gratitudine per quanto hai fatto per me.
Rimasta incinta, non solo il padre, di 11 anni più grande di me non ha voluto riconoscere una merabigliosa bambina, sua figlia, ma mi ha pure lasciata dicendo che non era sua figlia. I miei mi sostennero all’inverosimile, ma il mio cuore grondava lacrime di sangue, non tanto perchè mi aveva lasciata, ma quanto perchè quella meravigliosa creatura non aveva un padre. Ciò nonostante, con dignità non lo supplicai e non lo rincorsi. Lo lascia andare libero con la sua coscienza. La sfortuna vuole che non abitiamo lontani e bene o male continuavo a vederlo, ma quello che è peggio continuavo anche ad amarlo. Dopo un anno e mezzo, trovato il tuo sito, decisi di parlarti del mio caso, e tu dopo averlo analizzato, mi dicesti che intervenendo esotericamente, avevo moltissime probabilità di riuscire a mettere le cose a posto. Volli tentare. Misi la mia vita ed il mio futuro nelle tue mani., sostenuta dall’affetto e dal contrinuto dei miei genitori.
Beh, tu non ci crederai, ma una sera, mentre eravamo tutti a tavola suonano alla porta. Un giovane mi consegna un pacco e se ne va. Dentro al pacco c’era un vestitino per la pupa. Neppure 10 minuti dopo suonano di nuovo. Vado ad aprire e mi viene un colpo: me lo ritrovo davanti, sorridente, con un mazzo di fiori che chiede di parlare con i miei genitori.
Entra e davanti a mio padre e mia madre mi chiede scusa del suo comportamento, chiede il mio e loro perdono, confessando che in realtà non aveva mai smesso d’amarmi, che aveva avuto solo paura, e mi chiede di sposarlo. Non volevo credere alle mie orecchie. Solo nelle favole succedono cose del genere. Lì per lì non gli risposi, dissi che volevo pensarci perchè quello che aveva fatto era grave e mentre ricordavo a Franco come mi aveva trattato a me ed a sua figlia, le lacrime gli scorrevano lungo il viso. Alla fine, dopo circa due ore che era rimasto da me, aver giocato con la bambina e supplicato scusa a me ed ai miei genitori, al momento di andar via, sulla porta, mi ha chiesto di nuovo scusa e nuovamente mi ha chiesto se lo volevo sposare. E così dicendomi, tirò fuori dalle tasche due vere: all’interno i nostri nomi.
Manca di incidere la data del matrimonio, mi disse. Al che lo abbracciai e piangemmo insieme a lungo, di felicità, dando sfogo a tanta soffernza accumulatasi nel tempo. Erano esattamente 32 giorni che avevi finito il lavoro.
Sono passati 6 mesi ora, e siamo marito e moglie e Franco ha riconosciuto Gabriella come sua figlia e ne va orgoglioso e non teme di passare con lei ogni momento libero. Che io lo lascio libero. Ed è un marito meraviglioso. Non l’avrei mai immaginato: sei mesi fa ero una ragazza madre, sola e disperata.
Oggi sono invece una donna sposata col padre della mia bambina, felice come nessun altra al mondo e con un futuro meraviglioso.
Questo sei riuscito a fare Ismaell e questo non lo dimenticherò mai.
Grazie finchè avrò vita
Con tantissimo affetto Giorgia, Gabriella e Franco (che non sa nulla di te).-
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