Occhio all'operazione "Maghi puliti"

Di Alberto Mingardi
“Il pazzo non è un uomo che ha perso la ragione. Il pazzo è quell’uomo che ha perso tutto fuorchè la ragione”: suona così una citazione, famosa, di G.K.Chesterton. Speriamo se ne renda conto anche l’onorevole Nicola Bono, onesto peone di Alleanza Nazionale, e con lui tutti quelli che cavalcando l’indignazione del momento (il caso di Wanna Marchi, l’affaire Mamma Ebe, la storia a tinte fosche dell’occultista Caterina Andreacchio) sono partiti lancia in resta per difendere il popolo dalla sua credibilità.
Si, è vero. Viviamo in un mondo insidioso, pieno di Maghi di Oz e di streghe cattive, di diavoletti in sedicesimo pronti a impacchettarci il miraggio di una vita migliore in cambio non di una prelazione sulla nostra anima, ma di un innocuo assegnino. E la gente ci casca, continua a cascarci, e giocare a rimpiattino coi perché è inutile e triste. Magari hai bisogno di una certezza e non la trovi. Magari ti serve solo una speranza, ipotetica, avvizzita, ma ti ci aggrappi con tutto te stesso. Magari, più semplicemente, non hai mai smesso di credere alla befana: e non te ne si può fare una colpa, ma nemmeno proteggerti per sempre dalla realtà.
Questo tintinnare di manette per cartomanti e imbonitrici, quest’operazione Mani pulite della stregoneria, ha lasciato intendere, invece, che ci sia una soluzione. Semplice semplice: facciamo una legge, che poi è l’unico modo che in Italia si conosca per risolvere un problema, il leitmovit del parlamentare dabbene. Tocca agli onorevoli e ai senatori rispolverare la bacchetta magica. Nel mirino c’è il reato di “abuso della credulità popolare”, articolo 661 del Codice Penale, cui l’onorevole Bono vorrebbe aggiungere un “articolo 610-bis, in materia di attività tendenti ad abusare della credulità popolare” e poi “un articolo 15-bis alla legge 8 febbraio 1948, n.47, in materia di divieto di pubblicità di attività occultistiche”.
A sbirciare cosa c’è sotto questa lotteria di consonanti, ci ha pensato l’Aduc, forse l’unica associazione dei consumatori che non si risolva in un collettivo inquisitorio.
Sorvogliamo sull’osservazione che il “culto del magico” si insinuerebbe pericolosamente nelle nostre menti fin dalla propria infanzia, utilizzando mezzi sapienti e moderni come “giocattoli, video e cartoon”, e perché no anche attraverso le fiabe della nonna (complice, suo malgrado, della strega di Pavia).
Fatto sta che il Parlamento italiano si appresta a discutere, ed eventualmente approvare, una legge in cui c’è scritto che:”troppi uomini e donne dilapidano interi patrimoni inseguendo la felicità promessa da falsi idoli o false religioni e sperando di vedere magicamente risolte le tante difficoltà cui, come tanti, vanno incontro”.
L’analisi non fa una grinza, ha il cipiglio di una notizia di cronaca, epperò i “falsi” idoli, le “false” religioni… Un dubbio atroce: non ci sarà forse, nascosto da qualche parte in questa cascata di leggi e articoli e commi e punti, un albo ufficiale degli idoli “veri”? Una lista delle religioni “certificate”, a norma europea, e quelle no?
Ancora, l’onorevole Bono propone di vietare la “messa in circolazione di stampati i quali riportano, sotto qualunque forma, accenni o richiami da parte di chiunque pratichi attività definite occulte o riferite a poteri sovrannaturali”. Ora tutto questo può sembrare logico, intelligente, persino di buon senso se uno pensa a Wanna Marchi e ai suoi granelli di sale e a quei polli che si sono fatti spennare dal Maestro Do Nascimento. Ma la legge resterà anche dopo che l’indignazione si sarà sopita, anche quando sarà cambiata la maggioranza di governo, e va soppesata pensando non al qui ed ora, non deve’essere un tozzo di pane gettato con stizza ad elettori famelici e incazzati.
Bisogna guardarla in prospettiva, e chiedersi che conseguenze avrà sulle nostre vite. La risposta è che assegnerà un notevole potere discrezionale, allo Stato, per giudicare cos’è vero e cosa no. Chi scrive delle sue verità è abbastanza convinto, e persino della Verità con la maiuscola: qualche volta mi rincorrono dei dubbi sull’esistenza di Dio, ma li scaccio in fretta, e soprattutto sono sicuro che, ci sia o non ci sia, Sua madre è la Madonna. Però so bene che non sono verità così scontate, che c’è chi la pensa diversamente, no: chi sbaglia, ma il suo sbagliare è l’altra metà del mio essere nel giusto. La Verità vi farà liberi, è scritto- mica la Verità farà una legge. Ecco perché un provvedimento del genere, e l’idea che ci sta dietro, spaventa: com’è spaventosa la legislazione francese sulle sette, un bavaglio giacobino imposto alla libertà di religione, e di pensiero.
C’è poi un altro aspetto sinistro di questo concetto nebuloso, l’abuso della credulità popolare. L’idea stessa che siamo un popolo di creduloni, di ingenui, di bambini, di eterni minorenni da proteggere da un universo crudele. Dominato da un’ambigua asimmetria: le stesse persone vanno tutelate da se stesse quando stanno spendendo i propri soldi, e decidendo della propria vita, diventano adulti e vaccinati quando si tratta di votare ed eleggere Camera e Senato. Noi “creduloni” non siamo capaci di badare a noi stessi, eppure possiamo prendere decisioni che decideranno del denaro e della vita del nostro prossimo. Se dissipiamo i nostri averi siamo dei deficienti, se eleggiamo un qualcuno che regolamenti, tassi, espropri le proprietà del nostro vicino di casa siamo dei cittadini responsabili.
Analogamente, stregoni e imprenditori senza scrupoli sono pronti ad allungare le mani sulle nostre finanze. Invece la propaganda elettorale, questo scoppiettare di insostenibili promesse e demagogia fast-food, è pura e semplice informazione. I nostri politici non proverebbero mai ad abusare della nostra “credulità”. Beato chi ci crede. 

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