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di Luciano Sampietro
Sul Syria Times del 24 marzo ampio risalto veniva dato alla visita in Egitto del ministro degli esteri siriano Farouk al Sahar, latore di un messaggio del presidente Bashar al Assad.
Il messaggio aveva quale oggetto naturalmente la recente uccisione del leader di Hamas Yassin ad opera degli israeliani e la situazione di tensione in Medio Oriente. Non stupisce certamente che il contenuto del messaggio fosse estremamente duro, per non dire bellicoso nei confronti di Israele; quel che invece desta preoccupazione è il fatto che il ministro degli esteri egiziano Ahmad Maher, nel ricevere il collega siriano, abbia espresso una piena condivisone del messaggio anche a nome del presidente Hosni Munarak.
L’Egitto si è fin qui proposto nel complesso e torrido scacchiere mediorientale quale elemento di equilibrio e di moderazione fin dai tempi di Sadat e detta politica di distensione è poi proseguita, dopo il suo assassinio nel 1981, per opera del suo successore e attuale presidente Mubarak. Grazie a tale politica pacificatrice l’Egitto ha potuto beneficiare di cospicui aiuti economici da parte degli Stati Uniti: il debito estero che nel 1990 ammontava a 40 miliardi di dollari è sceso oggi a 30 e l’Egitto sta rispettando i suoi impegni internazionali. Sul fronte interno, tuttavia, esiste un clima di pesante vigilanza e dopo l’attentato di Luxor, la repressione nei confronti dei fondamentalisti islamici è stata feroce.
Certamente oggi l’Intifada non aiuta la politica voluta dal presidente egiziano: la popolazione è nella stragrande maggioranza ostile nei confronti degli israeliani e manifestazioni e cortei a favore dei palestinesi si sprecano. Detta tensione è aggravata dall’estrema povertà nella quale versa la metà della popolazione ormai di oltre 60 milioni di abitanti. L’Egitto, che può essere considerato il più grande paese di lingua araba, è un colosso dai piedi d’argilla e questa sua debolezza dovrebbe essergli fatale in un prossimo futuro, quando dovrebbe subire l’invasione e la successiva conquista da parte di quello stesso personaggio che nel prossimo futuro dovrebbe giungere ad aggredire violentemente la Chiesa Cattolica:
quartina II, 86:
Nel mar d’Adria naufragio della flotta,
trema terra nella polvere estesa,
aumenta Maometto, Egitto in rotta,
l’araldo è mandato a gridar la resa.
Nel prossimo futuro, dunque, dovrebbe avvenire la sconfitta politica e militare dell’Egitto ad opera dei confinanti stati di confessione islamica, nel mentre la sesta flotta. Mandata in soccorso fallirebbe miseramente nel suo compito. Da allora, secondo Nostradamus, l’Egitto dovrebbe essere accorpato a un nuovo, poderoso impero, seguendone fino in fondo il tragico destino.