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di Luciano Sampietro
In un articolo apparso sul Manifesto dell’8 aprile, Stefano Chiarini si sofferma sull’effetto non secondario che sta determinando al crisi irachena: Sanniti e Sciiti si stanno unificando per combattere insieme il comune nemico e cioè gli Usa. “La brutalità delle forze occupanti – scrive Chiarini – la volontà dei dirigenti politici e religiosi delle due comunità di tenere unito il Paese, la comune consapevolezza che in realtà l’obbiettivo degli occupanti era proprio quello di dividere l’Iraq su basi etico confessionali, a tutto vantaggio di Israele, hanno suscitato negli abitanti dei due quartieri, nei quali in realtà migliaia sono le famiglie miste, un riflesso da unità nazionale”.
È indubbiamente un articolo frutto di un non adeguato approfondimento dei problemi mediorientali: se Chiarini, come fa da anni il sottoscritto, si dedicasse quotidianamente alla lettura dei quotidiani iracheni, iraniani, siriani, israeliani, ecc., forse non sarebbe vittima della facile propaganda antioccidentale che serpeggia in quei Paesi.Nei piani americani ‘Iraq dev’essere una nazione unita in cui politica e religione vanno tenute separate, con ripudio del modello teocratico iraniano. . Né la seconda campagna contro l’Iraq è stata voluta per favorire gli israeliani, ma per eliminare i governi canaglia cha hanno dato e danno ospitalità ai gruppi terroristici, ed è indiscutibile che il governo di Saddam avesse favorito queste fazioni, giungendo ad erogare premi in denaro alle famiglie dei kamikaze palestinesi. E ciò a prescindere dalle armi di distruzione di massa, delle quali comunque lo sventato attentato di Amman ha evidenziato l’esistenza.
Purtroppo, articoli quali quello di Chiarini sono leggibili anche su altri giornali, e tutto ciò non può che creare sconcerto e debolezza politica: costoro non si rendono conto che siamo alla vigilia di un conflitto epocale tra civiltà, e continuano a discutere della questione palestinese come se la stessa non fosse ormai secondaria rispetto ai ben più gravi problemi che si stagliano all’orizzonte mondiale. E così gli articoli che si leggono sui giornali di sinistra e che presentano il problema spesso in guisa distorta, contribuendo a convogliare nelle strade masse di contadini che confondono le bandiere della pace con quelle di Hamas, vengono a minare la nostra civiltà occidentale e i principi sui quali poggia. Mi viene in mente allora la bella quartina I, 62 delle Centurie:
Il gran guasto da lettere recato,
prima che il ciclo di Latona finito:
per ignari scettri mare infuocato,
che neanche in cent’anni sarà guarito.
Si è a lungo discusso circa il significato delle “lettere”, ma, alla luce di quanto sta avvenendo, credo che l’interpretazione che qui offro sia quella corretta: i numerosi articoli e servizi televisivi stanno determinando un disorientamento tra la gente e notevole perplessità tra i governanti (“gli scettri”), che finiranno con l’ignorare l’enormità del problema islamico ed anzi continueranno a perseguire una ecumenica politica di conciliazione, non rendendosi conto del diverso e contrario sentire della parte opposta, votata alla violenza e all’odio. E così prima che la Luna concluda il suo ciclo (2025), i poco attenti governi occidentali avranno un tale diluvio di fuoco, che ci vorranno più di cent’anni per porre rimedio al guasto.