Introduzione

Una recente inchiesta Ispes promossa dai periodici cattolici Famiglia Cristiana e Jesus, avrebbe appurato che ben il 34% degli italiani crede all’esistenza del Diavolo, mentre un’indagine sullo stesso quesito svolta a livello europeo da un gruppo internazionale di ricerche statistiche attribuisce all’Italia addirittura un 45%, incerti compresi.
Quale che sia la correttezza di questi dati appare evidente che nel corso degli anni 90 sono massicciamente cresciute in Italia la sensibilità emotiva e l’attenzione culturale nei confronti del Signore del male, con un parallelo intensificarsi di casi più o meno eclatanti di infestazione diabolica e possessione demoniaca. Gli episodi riportati, spesso platealmente dalla cronaca, sono l’esemplificazione di un fenomeno la cui ampiezza è soltanto sfiorata dalla superficialità dei media e che trova punte di raccapricciante gravità in eventi quali l’infanticidio verificatosi a Polistena, quando una Maria Ylenia Politanò, di soli due mesi, considerata posseduta dal Diavolo e – pare – già precedentemente esorcizzata, venne martoriata fino alla morte dai suoi stessi famigliari nel corso di un esorcismo di gruppo a base di preghiere, acqua di Lourdes, percosse e bastonate.
La sensazione di divertito distacco o di scandalizzato orrore che abitualmente insorge nel cittadino medio dinnanzi alla descrizione di simili avvenimenti non deve far dimenticare che l’esorcismo è uno dei più antichi rituali apotropaici giunto fino a noi dalle tradizioni magiche semitica e babilonese. Così, come volendo attribuire un significato alle ampie ricerche dello psicanalista Carl Gustav Jung sull’inconscio collettivo la terrificante immagine archetipica di Satana – ombra affascinante, oscura e tentatrice – non può non essere presente, ancora oggi, nel complesso psichico di ogni popolo occidentale, sullo sfondo di qualsiasi sovrastruttura ideologica, laica o religiosa che sia.
E’ probabilmente anche a causa di questi retaggi che i racconti degli esorcisti, oggi diffusi da una vasta pubblicistica e spesso supportati da registrazioni, foto, videoriprese e testimonianze innopugnabili, hanno il potere di agghiacciare il sangue nelle vene sia all’intellettuale che all’incolto, al sociologo e alla casalinga, al medico ed all’operaio, evocando paure ancestrali. Il notissimo demonologo monsignor Corrado Balducci, già responsabile dell’ufficio relazioni pubbliche del Vaticano, in una sua opera sul Diavolo, descrive la possessione diabolica come “una presenza del demonio nel corpo umano, tale da soffocare la stessa guida direttiva della persona, che diviene così uno strumento cieco, docile, fatalmente obbediente al suo potere perverso e dispotico”. Una definizione chiara, lineare, che non lascia spazio a dubbi nè ad interpretazioni alternative. Nella possessione e nell’esorcismo, la Chiesa indica sia la prova evidente dell’esistenza personale di Satana, sia la piena dimostrazione del potere di sottometterlo che Gesù ha trasmesso a quanti lo affrontano in suo nome.
E’ interessante constatare come il meccanismo possessione/esorcismo, che nella sua essenza è presente in un gran numero di culture sciamaniche e religiose, assuma le connotazioni che stiamo analizzando solo ed esclusivamente all’interno di contesti culturali cristiani.
Ma quali sono queste connotazioni?? Cosa accade alla fin fine ai posseduti??
L’intervento con cui Satana agisce sulle sue vittime – qualora sia riconosciuto come tale e sia stata esclusa qualsiasi altra causa, psichiatrica, psicologica o parapsicologica – viene classificato da teologi ed esorcisti secondo tre tipologie fondamentali.
1) Infestazione locale. Si manifesta con una serie di fenomeni disturbanti connessi ad un luogo circoscritto nello spazio, per esempio una casa: rumori di passi, risate, musiche, odori, ventate di freddo, luci, apparizioni spettrali, spostamenti o distruzione di oggetti anche molto pesanti senza alcuna causa fisica precedibile dai sensi. (attenzione:ciò avviene anche in caso di infestazione larvale ed è sempre meglio, prima di prendere qualsiasi provvedimento, far analizzare la situazione ad un esperto).
2) Infestazione personale. Si caratterizza sotto forma di molestie psichiche e fisiche che un demone o più demoni infliggono a una singola vittima senza però assumerne il controllo della sua volontà e dei suoi movimenti. L’infestato è assalito all’improvviso da impulsi, pensieri e fantasie a lui estranee totalmente opposti al suo codice morale. E’ preda di immotivate angosce, ire e disperazioni convulse. Sente odori nauseanti, rumori e canzoni spesso offensive, oscene e soprattutto blasfeme. E’ colpito da persistenti malattie, che spesso sfuggono ad analisi o terapie cliniche. I suoi affari sono impediti da inesplicabili coincidenze negative e da interminabili concatenazioni di disgrazie. In particolari momenti viene aggredito, gettato a terra, picchiato, colpito con violenza come da bastonate, graffi, frustate che lasciano segni e ferite. Subisce eventi di levitazione o di telecinesi. (Molte di queste sintomatologie, appartengono anche a vittime di negatività come il malocchio, le fatture, i malefici…o a manifestazione di poltergeist).
3) Possessione diabolica vera e propria. Può includere l’intera gamma delle manifestazioni descritte, con l’aggiunta di un controllo completo sul corpo e la mente della vittima da parte della potenza demoniaca. Il posseduto soffre, si dimena, urla, geme, ride, bestemmia Dio e la Madonna, si rotola a terra assumendo posizioni fisiologicamente impossibili, o levita, restando sospeso a mezz’aria anche per lungo tempo. La sua personalità è totalmente annullata dalla presenza che governa il suo corpo e che parla con la sua bocca, spesso in lingue antiche o moderne totalmente sconosciute al soggetto. Anche se si tratta di una bambina di pochi anni la sua forza fisica risulta abnorme, fino a rompere catene e corde con cui si tenta di trattenerla. L’ossesso interagisce con l’esorcista e risponde ai suoi stimoli verbali e rituali con insulti, blandizie, risate, fischi, in voci diverse. Irresistibile è la sua avversione ai simboli cristiani:croce, ostia consacrata, stola sacerdotale, acqua benedetta…Sottoposto all’unzione con olio esorcizzante, previsto dal rituale, espelle dalla bocca sostante dense, fangose o schiumose, oppure oggetti vari: chiodi, pezzi di vetro, pupazzetti di legno, corde annodate, trecce di capelli, fili di ferro, sagome in plastica. Mentre nell’ambiente circostante, l’infestazione può raggiungere effetti spaventosi, come sangue umano che scorre dai rubinetti, lampadari che cadono, vetri che si frantumano.
E’ su situazioni di questo tenore che si innesta l’azione dell’esorcista, che tenta di rapportarsi con l’entità attraverso formule codificate di preghiera il cui canovaccio risulta stilato fin dal 1614, sotto il pontificato di Paolo IV, nel cosiddetto Rituale Romano. Attraverso un crescendo drammatico, nel corso del quali fenomeni si acuiscono fino a raggiungere culmini deliranti l’esorcista e l’esorcizzato/demone conducono una lotta in cui i ruoli sono ben definiti e reciprocamente rispettati e la cui conclusione viene generalmente raggiunta quando l’entità si dichiara vinta dal potere di Cristo e svanisce repentinamente dalla scena, lasciando la vittima in uno stato di prostrazione che prelude al ritorno alla piena normalità.
Situazioni e realtà che possono essere confuse con la possessione e di fronte alle quali nulla può l’esorcismo sono: l’infestazione larvale, la fattura, il maleficio. 

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