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Ipotesi, esperimenti e testimonianze sul “dopo”
Al momento della morte l’anima non si allontana dal corpo.
Konstantin Korotkov, docente di fisica filosofia a San Pietroburgo, presidente della “Kirlionics Tecnologies International”, con una équipe di specialisti in medicina, biologia, ottica, informatica, psichiatria, fisiologia, afferma di essere riuscito a fotografare l’anima al momento della morte. Intervistato dal quotidiano Moskovki Komsomolets, nell’ottobre del 2003, il professore ha spiegato il risultato di esperimenti durati dieci anni e raccolti nel suo libro La Luce oltre la Vita.
E’ l’erede del prof. Kirlian che ha inventato una macchina per fotografare l’Aura, non solo dei vivi ma anche dei morti. Semyon Davidovitch Kirlian, un riparatore di macchine fotografiche russo che scoprì l’effetto nel 1939. Assieme alla moglie, Valentina Kirliana, Kirlian pubblicò nel 1961 un articolo in cui si evidenziava come una normale pellicola fotografica potesse essere impressionata creando un campo elettrico ad alta intensità intorno a un oggetto/soggetto e producendo una scarica di gas la cui luminiscenza può essere rilevata e misurata. Nelle più note immagini Kirlian uno degli elettrodi è costituito da una parte del corpo, ad esempio una mano, ottenendo in tal modo l’immagine della mano stessa circondata dal suggestivo alone luminoso.
Le ricerche Konstantin Korotkov hanno riguardato persone decedute fra i 19 e i 70 anni, sostiene che la parte spirituale dell’uomo, al momento della morte, rimane ancora qualche tempo intorno al corpo. Korotkov utilizzando un computer ed un rilevatore di flussi luminosi. sostiene di aver fotografato le oscillazioni fosforescenti del campo elettromagnetico intorno al corpo di un morto che permangono per un periodo fra otto e 48 ore a seconda del tipo di decesso. Le misurazioni sui cadaveri, per analizzare il modo di fuoriuscita dell’aura si ripetono ad intervalli di un’ora e per alcuni giorni.
L’importante studio, pubblicato nel suo ultimo libro La luce oltre la vita, fatto sui cadaveri riguarda soprattutto il movimento aurico che cambia tra chi muore serenamente e chi per violenza, specilamente se suicida; infatti nella morte normale l’alone energetico lascia il corpo con leggere vibrazioni che si attenuano sempre più, specialmente arrivati al terzo giorno; nella morte violenta, specie se cosciente, si scatenano forti vibrazioni, fino a che si distaccano bruscamente.
Il trapasso è quindi cosciente e ci fa capire che l’uomo non è solo corpo ma anche il risultato di esperienze vissute, per cui in vita non va curato solo il corpo o l’organo ammalato, ma tutto il sistema intero, fisico ed energetico, personale e sociale.
Le ricerche di Korotov, trovano eco nelle principali credenze religiose tradizionali. Dal cristianesimo che impediva originariamente di seppellire i corpi prima di tre giorni, cioè dopo il distacco totale dell’anima dal corpo, agli Egizi i quali credevano che dopo la morte una parte dell’anima restava intorno al corpo tre giorni, un’altra quaranta e l’ultima, il Ka, ovvero il Doppio, sino alla disintegrazione totale del corpo. Per tale ragione gli egizi mummificavano il Faraone per evitare l’abbandono del Ka e la sua reincarnazione.
“La criminalistica, dice Korotkov, può usare questi risultati per stabilire senza margine di errore se il defunto è stato ucciso o si è ucciso”. Ma questo è un semplice dettaglio pratico. Balza agli occhi una serie di immediate conseguenze. Il corpo del defunto “trasmette” informazioni che “ricordano” gli ultimi istanti della vita. Come è possibile ? E questa informazione persiste indipendentemente dall’allontanarsi dal momento della morte. Ma perché le osservazioni si sono fermate al quinto giorno ? “Per ragioni legali, risponde Korotkov, i corpi che ci vengono dati in osservazione debbono essere restituiti all’autorità giudiziaria. Certo vorremmo andare oltre, fino al nono o la quarantesimo, per vedere cosa succede”. E perché le misurazioni sui cadaveri si ripetono ad intervalli di un’ora e per alcuni giorni ? “Perché siamo convinti che le credenze religiose di molti popoli abbiano a che fare con quel che stiamo studiando”. Siamo vicini alla scoperta di qualcosa di simile all’ “anima” ? Ciascuno la chiami come vuole.
Visualizzazione a Scarica di Gas ( GDV)
Il prof. :Korotkov, con la sua apparecchiatura, che sfrutta la tecnologia della Visualizzazione a Scarica di Gas ( GDV) per mezzo di uno speciale sistema di elettrodi, crea un campo elettrico intorno ad un oggetto, producendo una scarica di gas la cui luminescenza può essere rilevata e misurata. Questa scarica si può fare su qualsiasi materiale ( metalli, sassi, piante ecc.)che in base alla sua essenza dà un tipo di bagliore diverso nel colore e nella dimensione. Sono le proprietà elettriche (caratteristiche di emissione dell’oggetto, evaporazione del gas, interscambio di energia con l’ambiente) che formano il bagliore emesso dall’oggetto; nel caso di un organismo umano, il bagliore varia anche in base ad esempio, all’assunzione di farmaci, al cibo ingerito, all’ambiente ecc.
La scarica rivela informazioni non registrabili con altre metodologie, informazioni di cui si può rilevare ogni più piccolo cambiamento. Fattori che contribuiscono a formare il bagliore emesso dall’oggetto sono le proprietà elettriche, come le caratteristiche di emissione dell’oggetto, l’evaporazione del gas, l’interscambio di energia con l’ambiente. Ogni tentativo di collegare il fenomeno ad altri fattori quali la sola traspirazione o la sola conducibilità, a seguito di analisi approfondite, si è rivelato inesatto. Questo è il primo strumento che permette di visualizzare la distribuzione del campo energetico umano, di poterlo riprodurre e stampare; segue inoltre le scienze biofisiche nello studio degli organismi biologici come percezione dell’essenza del loro campo spaziale dinamico.