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Colloqui di parapsicologia – Manifestazioni di paranormalità nella normale vita quotidiana
di Sergio Conti
La psicocinesi, nelle sue più svariate espressioni (telecinesi, metaplastia, ideoplastia, teleplastia, ectoplasma, levitazione, apporti, asporti ecc.) e fra i fenomeni paranormali più sconcertanti e sconvolgenti. Infatti quella caratteristica di intervenire sulle strutture fisiche e biologiche dei soggetti, contraddicendo in maniera eclatante assiomi e biologiche e leggi scientifiche di carattere basilare, pone tale fenomeno sotto una luce che, se non vi fossero le conferme oggettive e controllare delle sue manifestazioni, farebbe veramente pensare a espressioni di abili trucchi eseguiti da prestigiatori di altissimi livelli. E’ anche il fenomeno paranormale che più si presta all’inganno, proprio per la “spettacolarità” della sua natura; ma è anche quello, che una volta manifestatasi sotto rigidi controlli, ci dà le più sicure conferme dell’esistenza del paranormale.
Una delle caratteristiche della psicocinesi è anche il fatto di essere diffusa assai più di ciò che si possa supporre. Nelle sue manifestazioni più modeste essa si propone spesso, senza peraltro essere constata proprio per l’esiguità della fenomenologia, che sfugge all’osservazione.
In proposito ricevo una interessante lettera nella quale, tra altre notevoli manifestazioni di paranormalità, viene anche esposto un caso di psicocinesi che si propone in forme minime ma assai significanti.
E’ la signora P.A., di cui riporto qui di seguito la lettera, che mi scrive, chiedendomi di mantenerle l’anonimato.
“Gentilissimo dottor Conti, sono sempre più appassionata agli argomenti che vengono esposti e, in particolar modo, alla parapsicologia. Fino ad oggi, mi ero limitata a leggere attentamente tutti gli articoli relativi a questo argomento, ma adesso mi è successo qualcosa che vorrei esporle. Lei è sempre tanto gentile e tanto chiaro nelle Sue precise risposte, che spero potrà soddisfare la mia richiesta. La prego di non pubblicare il mio nome. Sono affetta da un insopprimibile senso di timidezza e non vorrei che mi si potesse individuare. Le chiedo scusa per questo, ma gliene sarò immensamente grata.
Ed ecco i fatti. Fin da piccola ho avuto degli strani sogni. Sognavo di tanto in tanto, dei piccoli avvenimenti, banali non di rilievo, ma che poi si avveravano. Ancora adesso mi succede di sognare delle cose che poi avvengono. Spesso sono cose tristi. Ho sognato la morte di mio padre avvenuta due anni or sono. Vidi perfettamente la scena che poi vissi veramente. Mio padre morì d’improvviso, d’infarto. Era con noi (cioè con mia madre e mio marito) dopo aver fatto colazione. Stavamo in soggiorno prendendo il caffè. Lui non lo prendeva. Stava seduto in una poltrona, leggendo il giornale. Improvvisamente questo gli scivolò dalle mani mentre lui si abbandonava all’indietro sulla poltrona. Reclinò il capo e perse conoscenza. Non si mosse più. Il medico accorso alla nostra chiamata non potè fare altro che costatarne il decesso. Ebbene, questa scena, che ho appena descritto io l’avevo nitidamente sognata quindici giorni prima. Altre volte ho avuto la precognizione della morte di conoscenti. Sono cose queste che mi lasciano triste, ma ormai da anni mi sono abituata a convivere con questa mia facoltà, la quale talvolta mi ha procurato anche cose piacevoli come, per esempio, due vincite al Lotto e alcuni avvisi di pericolo (credo si chiamino così), che mi hanno permesso di evitare dei guai.
Ma non era tanto di questo, che volevo parlarLe, quanto di alcuni fatti che mi stanno succedendo da qualche tempo, da non più di circa un anno. Mi avviene spesso di mettere un oggetto in un posto e poi quando vado a riprenderlo, non lo trovo più. Magari, poi, il giorno dopo lo ritrovo dentro un cassetto o comunque in un altro punto della casa. Mi succede anche di lasciare un oggetto in un punto qualsiasi, per esempio sopra un mobile o su un tavolino e ritornare dopo poco e trovarlo su un altro mobile o spostato da un’estremità all’altra dello stesso mobile. Forse queste cose mi sono sempre accadute e io non vi ho fatto caso, probabilmente considerandole conseguenze di mie disattenzioni ma, proprio circa un anno fa, accadde una cosa che risvegliò la mia attenzione. Mi stavo preparando ad uscire con mio marito, ed ero in camera da letto, seduta alla toilette. Avevo appena terminato di ritoccarmi il trucco. La mia borsa era sul piano della toilette. In quel momento mio marito entrò in camera dicendomi che mi volevano al telefono. Mi alzai e raggiunsi l’apparecchio telefonico, che è situato nel corridoio sul quale si affaccia la camera e che conduce alla stanza d’ingresso. Terminata la conversazione mi diressi verso la camera, per prendere la borsa, e nel passare, detti una voce a mio marito, che nel frattempo si era recato nel suo studio (adiacente alla camera). Entrata in camera da letto mi diressi alla toilette, ma la borsa non era più lì. Chiesi a mio marito, che stava entrando, se l’avesse presa lui. “Ma no” mi rispose “la tua borsa è lì sulla toilette…”. Rimase interdetto perché proprio mentre lo diceva si rese conto che la borsa non c’era più. La cercammo per più di mezz’ora. Poi infine la trovammo sopra l’étagère che è nella stanza d’ingresso. Io uscendo dalla camera mi ero fermata al telefono e non avevo raggiunto l’ingresso. Mio marito si era recato nello studio adiacente alla camera e non si era mosso di lì per tutto il tempo nel quale io ero stata al telefono. In casa non vi sono bambini né animali. Mia madre era uscita. Che cosa pensare? Non posso nemmeno addossare il fatto ad una mia disattenzione, poiché mio marito stesso aveva venduto la borsa sulla toilette. Questo fatto mi impressionò molto e da allora cose del genere mi capitano frequentemente o, forse, sono io che le rivelo perché vi pongo attenzione. L’ultima è avvenuta un paio di giorni fa. Io porto abitualmente una catenina d’oro, al collo, con appesa una medaglietta con l’immagine delle Vergine Maria; non me le tolgo mai. Ieri l’altro mattina, alzandomi dal letto mi sono accorta che la maglietta era sparita. La catenina era ancora chiusa intono al collo. Ho pensato che si fosse rotta l’asola della medaglietta. Cercai ansiosamente (sono molto affezionata a questo piccolo mobile: è un dono di mio padre) nel letto e la trovai tra i lenzuoli. Lei può immaginare la mia sorpresa quando vidi che l’asola era perfettamente intatta!
Cosa ne pensa, dottor Conti, di tutto ciò? La prego di darmi un Suo parere. La ringrazio e colgo l’occasione per esprimermi i miei complimenti e per esternare tutte le mie più vive congratulazioni”.
Gentile signora, come ho già accennato all’inizio dell’articolo, le manifestazioni psicocinetiche, nei loro aspetti più modesti, sfuggono (come, del resto, anche Lei ha costatato) all’osservazione, poiché si “mimetizzano” in tanti altri piccoli fatti quotidiani che, anche se talvolta possono sembrare strani, sono tuttavia chiaramente prodotti da nostre piccole distrazioni, disattenzioni, superficialità di agire ecc.
Dagli episodi che espone, nella prima parte della sua lettera, si riconoscerebbe in Lei una notevole dose di sensitività sul piano ESP. Questo avallerebbe la possibilità di manifestazioni anche sul piano cinetico.
L’episodio della borsa, anche se può sembrare una cosa banale, e invece (se si è svolto veramente come Lei lo descrive, e io non ho motivo di pensare che non sia stato così) un notevole caso di telecinesi. Se, come mi dice, fatti analoghi Le sono cominciati a capitare spesso o, quantomeno, si è accorta adesso che Le capitano sovente, credo non vi sia dubbio che, alle Sue facoltà PSI-cognitive (precognizioni, chiaroveggenza), si uniscono anche facoltà PSI-cinetiche.
Lei mi ha detto che ormai si è abituata a convivere con le sue facoltà precognitive. Adesso può arricchire la gamma delle Sue possibilità paranormali e abituarsi a convivere anche con i fenomeni psicocinetici. Abbia l’accortezza, però, di saper distinguere quelli veri (vedi caso della borsa) con quelli apparenti. Riguardo al caso della medaglietta, che sarebbe un episodio veramente notevole, mi trovo più cauto ad esprimere un giudizio. La descrizione che Lei fa del fenomeno non è sufficientemente dettagliata, e mi spiego: in genere le medaglie hanno, sul bordo, un anellino saldato che fa corpo unico con la medaglia stessa. Dentro quest’anellino passa un altro piccolo anello (che resta, così, mobile) nel quale si infila a sua volta la catenina. La sua medaglietta era infilata alla catena direttamente con l’anellino saldato sul bordo o aveva, anch’essa l’anellino “mobile”?
Nel primo caso, il fenomeno sarebbe senz’altro confermato (ma in questo primo caso, è certa che non esistesse la piccola asola mobile? Il nostro incoscio gi gioca spesso brutti scherzi facendoci dimenticare e rimuovere fatti e ricordi, sia minimi che grandi).
Nel secondo caso, quando Lei parla di “asola intatta”, si riferisce all’anellino mobile o a quello saldato sul bordo? Perché potrebbe darsi che fosse stato l’anellino mobile a spezzarsi, liberando la medaglietta, e che Lei, giustamente impressionata dalla sequenza dei fatti precedenti non avesse fatto caso alla sua sparizione.
Le dirò comunque che il fatto di medagliette che si trovano inspiegabilmente liberate dalla catena, mentre questa resta ancora chiusa, non è la prima volta che mi viene segnalata e un paio di volte ho potuto costatarla personalmente. Nulla di più facile dunque, che le mie obiezioni in proposito restino solo il suggerimento ad esaminare ogni caso con estrema cautela e obiettività.
Continui a sorvegliarsi e a constatare i fenomeni, anche minimi che si possono manifestare. Le sarei grato se mi tenesse di volta in volta ulteriormente informato. La ringrazio per le gradite parole nei nostri confronti.