OBE: panoramica sul fenomeno – parte 2ª

Ma, una volta fuori dal corpo cosa c’è da fare? Purché non si venga presi in un normale sogno, si possono fare moltissime cose, anzi, tutte! In una OBE consapevole (e sufficientemente concreta) possiamo fare infinite osservazioni e sperimentare sensazioni nuove e uniche. Possiamo proiettarci per andare a trovare qualcuno, o un posto che vorremmo vedere. Si può fare quel che si vuole. Per esempio, se lo si ricorda, si può provare ad attraversare i corpi solidi: è curiosissima la sensazione che si prova sulla pelle attraversando muri e porte quando si è un poco più densi del solito, rassomiglia al rompere una ragnatela; oppure mettere la mano in un muro o nel pavimento e sentire i tubi dell’acqua, la grana della sabbia, i mattoni, ecc.Dei luoghi e delle situazioni poi è emozionante – e doveroso – fare una verifica da svegli, anche se lo stato più o meno oniroide necessariamente comporta molte distorsioni e diverse cose non coincideranno.
Non scoraggiatevi se non riesce subito tutto, l’esplorazione del fenomeno OBE è necessariamente graduale, con alti e bassi. Per esempio, la prima volta facilmente accade che dopo tanti sforzi l’emozione giochi un brutto scherzo: non appena si capisce che l’OBE “sta accadendo per davvero” ci si agita e si rientra subito… è normale, non scoraggiatevi, basta ritentare; un consiglio può essere semmai di allontanarsi subito dal proprio corpo (anche se questo ha un fascino irresistibile per chi si proietta!), perché come abbiamo già detto, la forza di attrazione del cordone è fortissima entro una decina di metri.
Come ci si “sposta” quando si è fuori dal corpo? Una volta che si è usciti dal corpo fisico, si può presentare il problema di come muoversi. Ci sono tre modi diversi, a tre diverse velocità per spostarsi nell’astrale (semprechè ci si trovi ad un livello dove le dimensioni hanno un senso): sono dette comunemente e semplicemente velocità uno, due e tre. A velocità uno ci si muove in modo normale, camminando, scivolando o volando, più o meno come secondo le leggi fisiche, a volte agitando le braccia, a volte galleggiando, altre planando. A velocità due ci si muove in linea retta verso il luogo desiderato, molto rapidamente e senza sforzo; in tal caso è frequente trapassare tutto ciò che si frappone fra noi e l’obbiettivo. A velocità tre ci si trova di colpo sul luogo, istantaneamente, senza percezione di movimento; semplicemente la scena cambia, prima eravamo là, ora siamo qua. La velocità adottata quasi sempre non è una scelta consapevole, ma viene decisa inconsciamente; però col tempo è possibile allenarsi a “decidere” come muoversi: basta volere.
Le tre velocità hanno una ragione? E perché non due, o dieci? In realtà le tre velocità sono solo descrizioni convenzionali che rispecchiano gradi diversi di auto-condizionamento. Come ho detto, l’astrale obbedisce alla volontà, ma poi tutto dipende dai limiti che noi stessi ci poniamo inconsciamente: se siamo ancora mentalmente condizionati dalle leggi fisiche, tenderemo a muoverci a velocità uno, come uccelli o palloncini, al massimo come Superman nei fumetti, e girando attorno agli ostacoli: ed infatti i principianti si muovono volontariamente quasi solo così. Se siamo più intimamente consapevoli della inapplicabilità delle ordinarie leggi fisiche (gravità, inerzia, impenetrabilità dei solidi, ecc.) e non abbiamo fobie specifiche (vertigini, claustrofobia, shocks da impatti realmente avvenuti, ecc.) allora possiamo muoverci a velocità due, dritti alla meta, attraversando tutto ciò che si interpone e non ci interessa. Con l’abitudine alle OBE ci si trasporta quasi solo così. Solo però se siamo davvero esenti dai condizionamenti fisici possiamo teletrasportarci alla cosiddetta velocità tre, direttamente all’obiettivo, consapevoli che lo spazio-tempo è illusorio, come infatti insegnano i mistici di ogni tempo e paese.
Ci sono regole da seguire o cose da evitare durante una OBE? Non esiste ovviamente nessuna regola codificata, però è buona cosa affidarsi al buon senso e a un certo rispetto della …privacy altrui! In diverse occasioni i viaggiatori astrali hanno potuto constatare che se si abusa troppo delle possibilità date dall’essere immateriali e invisibili, in qualche modo la facoltà di proiettarsi cessa o diminuisce bruscamente. Lo stesso se si cerca di usare le informazioni così ottenute per vantaggio personale. Non sappiamo perché accade, ma è così. Possiamo ipotizzare che scatti qualche censura interna, oppure che corrisponda ad una precisa legge del mondo spirituale: io propendo a favore della seconda ipotesi. A tale proposito ecco una interessantissima e divertente testimonianza resami personalmente da un amico:
“…non avrei dovuto trovarmi là… …la ragazza, a me sconosciuta, era a seno nudo, china sul lavandino; io ero dietro di lei, incuriosito dallo specchio che non rifletteva la mia immagine… però rifletteva il suo bel seno… improvvisamente mi venne voglia di toccarle il sedere, anche se sentivo che non avrei dovuto farlo; palpai con la mano aperta e con molta convinzione, e sentii solo una lievissima resistenza mentre la mano attraversava il vuoto, toccando infine come della bambagia; lei però dovette aver sentito qualcosa perché potei udire che le sfuggì sonoramente ..del gas! Subito si rizzò con aria sconcertata, volgendosi di scatto verso di me senza vedermi, mentre io mi sentii richiamato prepotentemente nel corpo… …Da allora non sono più riuscito a vedere un solo essere umano durante le mie proiezioni…”
La letteratura esoterica raccomanda anche di non cercare di far compenetrare il proprio corpo astrale nel corpo fisico altrui, soprattutto a livello del torace, in quanto questo potrebbe in certi casi risultare pericoloso per l’attività cardiaca del corpo fisico dell’altro. Non abbiamo prove al riguardo, ma il racconto precedente potrebbe far pensare ad una effettiva possibilità di interferenza organica.
Chi può avere una OBE? In teoria tutti, ma i soggetti ipotesi e/o bradicardici sono da considerarsi facilitati, al contrario quelli ipertesi.
Sono ostacoli anche l’assunzione di farmaci regolarizzatori del ritmo cardiaco ed essere portatori di pace-maker.
La facilità della separazione del “doppio” dal corpo fisico è maggiore nei soggetti che abbiano la cosiddetta costituzione medianica. Senza entrare in dettagli, se un genitore, nonno o fratello del soggetto ha oppure ha avuto una qualche forma di “paranormalità” (medianità, visioni, premonizioni, ecc.), allora è assai probabile che anche il soggetto abbia un “legame” più labile col corpo fisico, e questo faciliterà senza dubbio le sue proiezioni.
Esiste una qualche indicazione della eventuale predisposizione personale ad avere OBE? Sì, c’è in effetti qualche segno che indica in modo abbastanza attendibile se possiamo aspettarci di poter avere facilmente un’OBE oppure con più difficoltà; questi segni però, più che indicare se siamo adatti in generale alle OBE, indicano se siamo adatti in quel momento o in quel periodo della vita. I segni che possono verificarsi durante il sonno sono i sobbalzi, le dispercezioni sensoriali e le paralisi notturne.
Come si presentano i sobbalzi ?E’ un’esperienza molto comune: a chi non è mai capitato di sobbalzare nel letto nel dormiveglia, convinto di star cadendo, quando invece stava perfettamente fermo? Avete notato che accade soprattutto quando si è molto stanchi? Ebbene, questo è un inizio di OBE spontanea! Il sobbalzo indica che, per ragioni sue, il corpo astrale ha una gran fretta di separarsi dal corpo fisico, e inizia a farlo prima che il corpo sia entrato completamente nel sonno; la coscienza di veglia ancora troppo vigile interviene erratamente a salvarci da una caduta perché riceve dai sensi situati nel corpo l’informazione di movimento. Una certa frequenza del sobbalzo nel letto è indice perciò del bisogno del corpo astrale di staccarsi.
Che si intende per dispercezioni sensoriali ?Tutte le percezioni alterate che provengono dai sensi: ronzii, fischi, vibrazioni interne al corpo, sensazione alterata delle sue dimensioni o della posizione, ecc. Per esempio quando, di solito nel dormiveglia, non si percepisce più normalmente il corpo, ma si ha invece la strana sensazione che esso sia nello stesso tempo grande e piccolo, una cosa molto strana; questo è un indicatore del fatto che in quel momento l’astrale è già parzialmente sconnesso dal corpo. Oppure una vibrazione caratteristica che sembra provenire dall’interno, come una lieve corrente elettrica. O ancora, nell’interno del cranio si odono scatti, suoni come di una sirena, fischi (non nelle orecchie come nei suoni reali). Tutti questi sono sintomi dovuti a notevoli variazioni energetiche nel corpo eterico, che preludono alla fuoriuscita del corpo astrale. A volte, pur senza essere usciti, si ode un vero e proprio sparo nella testa mentre ci si addormenta, ma si aprono gli occhi e tutto è normale: in tal caso il corpo astrale si era già staccato, ma si è bruscamente ricongiunto!
E le paralisi notturne ?Può accadere di svegliarsi e non riuscire a muoversi nè a parlare per qualche minuto, con la immaginabile ansia che quasi sempre ne deriva. Come se non bastasse, qualcuno percepisce presenze estranee e avverte toccamenti sul corpo… L’angoscia può essere tale che, pur di bloccare gli episodi, alcuni prendono psicofarmaci, che poi risultano molto efficaci perché “appiattiscono” il naturale ciclo del sonno… Mi rendo conto che in questo caso è difficile riuscire a tranquillizzare gli interessati, ma io vorrei andare oltre, vorrei riuscire a convincere questi soggetti di essere molto fortunati: per qualche ragione la natura gli dà la possibilità di essere svegli mentre il corpo astrale si è già quasi sganciato, e quindi sono già potenzialmente in piena OBE! Sennonché a volte l’inconscio, per ragioni sue, considera questo stato come un pericolo, in quanto gli ricorda la morte… A livello fisico c’è poi un meccanismo fisiologico di inibizione muscolare, sviluppato dall’evoluzione, che serve ad impedire che il corpo fisico mimi le azioni di sogni: è questo il vero responsabile della paralisi, e la sua azione è direttamente proporzionale allo sforzo muscolare fatto. Di conseguenza, più i “paralizzati” si sforzano di muoversi, e più la loro paralisi si prolunga! Ma se solo essi riuscissero a rilassarsi e ad abbandonarsi, recupererebbero la possibilità del movimento e si godrebbero l’assoluta libertà… Le eventuali impressioni angosciose di “esseri” invisibili che comprimono il torace impedendo di respirare, e simili, sono in realtà dovute alla interpretazione psicologicamente negativa della paralisi notturna: come abbiamo visto a nessuno è consentito di interferire pesantemente col fisico altrui. Invece, per quanto riguarda la percezione di voci, suoni, presenze e toccamenti, questo è reale e naturale, in quanto si è in astrale e quindi abbiamo un senso del tatto astrale attivo: che lo si creda o meno, noi siamo costantemente in contatto con i suoi più comuni abitanti, gli esseri elementali (elementali con la elle, ossia degli elementi), innocui e anzi necessari, che comunque ci sfiorano continuamente anche di giorno senza che ce ne accorgiamo… Ripetiamolo, nelle paralisi notturne non c’è proprio nulla da temere.
E nella veglia ci sono indizi rilevabili di predisposizione ? A meno di non essere dei veri soggetti medianici, no; però a ben vedere la eventuale facilità con cui perdiamo il completo controllo del corpo sotto un forte stress può essere considerato un indizio; ricordiamoci che il vero percettore in noi è il corpo astrale, e la perdita di controllo anche solo momentanea del corpo fisico si manifesta sempre con una qualche forma di disorientamento spaziale. In quest’ottica possiamo affermare che da svegli ci accade una mini-OBE (o meglio, sta per accadere ma poi si interrompe) quando abbiamo una forte vertigine: i labirinti e i canali semicircolari per qualche ragione passano informazioni errate al corpo astrale e questi per un attimo si disallinea rispetto al corpo fisico. Non c’è alcuna contraddizione con la spiegazione della vertigine data dalla fisiologia: essa afferma che “la vertigine è legata ad alterata sensibilità spaziale per lesioni organiche o disordini funzionali degli organi a essa deputati e per turbe psichiche”. Infatti, aggiungiamo noi, il corpo astrale riceve informazioni errate per le ragioni più diverse, di conseguenza “si raffigura” in una situazione non reale, e invia ordini sbagliati ai muscoli del corpo: il corpo fisico è guidato dal corpo astrale; il vero “io” è il corpo astrale! Non cambia nulla se la causa è un movimento errato, o una sbronza, o una patologia, eccetto che per i veri e propri danni degli organi dell’equilibrio, ma quella è un’altra storia. Per fare da ultimo un esempio pratico: qualche lettore avrà provato cosa accade quando scendiamo al buio una scala che conosciamo bene, ma sbagliamo il conto dei gradini in più o in meno: il piede urta qualcosa dove eravamo convinti non ci fosse nulla, o viceversa, annaspa nel vuoto aspettandosi un gradino che non c’è. La spiacevole sensazione di brusca vertigine che ne risulta è dovuta proprio al momentaneo disorientamento del corpo astrale. Concludiamo ribadendo che la facilità con cui abbiamo questi sbandamenti (escludendo eventuali patologie!) indica quanto il nostro corpo astrale sia più o meno strettamente trattenuto del corpo fisico. 

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