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Se volessimo metterci a fare considerazioni sugli aspetti soggettivi tecnici che alla fine portano un individuo al raggiungimento di un’ esperienza extracorporea cosciente ci accorgeremmo subito che: non solo sussistono oggi più che mai ostacoli difficilmente sormontabili come lo scetticismo o la paura, ma che vi è anche una sorta di “difficoltà comunicativa” che talvolta finisce col rendere molto complessi, se non impossibili i dialoghi in materia che finiscono inevitabilmente con l’essere buttati sullo scherzo o sull’indifferenza. Dietro a questi enormi giri di parole vi è la consapevolezza che purtroppo esiste una sorta di “insoddisfazione cronica” che rende i discorsi che si incentrano su questi argomenti molto difficili se non impossibili da comprendere a chi si avvicina, magari per la prima volta, spinto da voglia di approfondimento o semplice curiosità. Ho voluto fare queste considerazioni iniziali per introdurre l’argomento delle intenzioni che ritengo essere di estrema importanza anche alla luce di ciò che ho potuto scoprire analizzando genericamente quesiti che vengono posti da persone che hanno magari notevole interesse per la materia e che vorrebbero approfondire spendendo energia e volontà al fine magari di provare nuove esperienze oppure conoscere semplicemente se stessi dal didentro. Solitamente tutti coloro che in questo caso rivestono il ruolo di “curiosi” e che appunto vorrebbero maggiori delucidazioni in materia, generalmente si aspettano una sorta di “manuale di istruzioni” che, come nel caso di un elettrodomestico, fornisca passo per passo delucidazioni ed informazioni senza equivoci che conducano presto ad un risultato sicuro. Spesso, quando ci si trova a colloquiare direttamente con queste persone, ci si rende conto che esse hanno una grande smania di conoscenza e una curiosità talvolta fastidiosa, come si può biasimarli? Sfido chiunque a non essere curioso in materia, io stesso lo sono ancora molto e certe volte risulto essere pedante e fastidioso all’ennesima potenza… molte volte capita anche che a domande così frequenti ed insistenti si risponda di fretta, o considerando unicamente la propria esperienza, finendo così per fomentare una serie di credenze che a lungo andare potrebbero avere un effetto contrario sulla gente curiosa ed interessata, scoraggiandola. Mi spiego meglio … supponiamo di aver di fronte una persona che ponga la seguente domanda: “come fai ad uscire dal corpo?” e supponiamo allessi che si risponda: “devi rilassarti, pensare di essere in un posto diverso e… bum! Sei fuori!”. Naturalmente sono andato fino all’esagerazione ma provate solo per un momento a pensare quali potrebbero quindi essere le conseguenze di questa risposta, la persona dapprima comincerà a provare a rilassarsi, ci metterà sforzo, farà sacrifici per raggiungere il suo obiettivo e vorrà farlo nel più breve tempo possibile, sentendosi quindi avvilita e frustrata qual’ora non dovesse riuscirci; questo solo per il rilassamento, immaginatevi tentare di raggiungere il viaggio vero e proprio. Ho avuto occasione di sapere che molta gente si è scoraggiata ed ha abbandonato la pratica di queste tecniche dopo brevi periodi praticamente senza aver ottenuto risultati. Chi fino ad ora sta leggendo potrebbe avere l’impressione che io sia contrario a chi propone le proprie esperienze o scrive le proprie tecniche affinché altri possano usufruirne, al contrario le considero molto utili, personalmente ringrazio molto coloro che hanno deciso di rendere pubblica la propria situazione ma il problema secondo il mio modesto parere non risiede più di tanto nelle tecniche, nelle esperienze o nelle situazioni descritte, ma in come esse vengono interpretate e messe in pratica da chi legge. Come già accennato prima ritengo molto importante utilizzare queste documentazioni pur che si tenga presente che ognuno ha un percorso diverso da seguire, questo lo si può constatare abbastanza facilmente semplicemente parlando con “viaggiatori” abbastanza esperti che in gran numero affermano di aver dovuto personalizzare una tecnica o addirittura abbandonare le tecniche perché ormai già capaci di vivere esperienze OOBE senza l’ausilio di queste ultime; senza considerare il fatto che le esperienze provate da chi scrive talvolta sono talmente grandi e al di fuori della portata dell’ autore che sono di per se “troppo cariche” per un mezzo come la scrittura che stenta a tramandarci emozioni forti quali invece si provano. Se analizziamo la volontà invece, è possibile capire abbastanza intuitivamente il punto della questione: le intenzioni contano sopra qualsiasi altra cosa è bene avere aver presente i propri obiettivi e ascoltare le altrui esperienze ma siamo noi a dover percorrere il sentiero. Solitamente amo paragonare i tentativi di raggiungimento dell’esperienza extracorporea come una “gita nel bosco”, il paragone sembra in primis tra i più arditi ma secondo me rende l’idea molto più chiara senza troppi giri di parole; proviamo ad immaginare di dover compiere una missione in un bosco: dobbiamo entrarci e riuscire ad uscire dall’altra parte senza possedere una mappa dettagliata né una bussola precisa… questo è ciò che posso dire mi sia capitato personalmente: sapevo qual’era il mio obiettivo ma non sapevo quali fossero i mezzi per raggiungerlo. Davanti ad una sfida così grande c’è chi si arrende ancora prima di cominciare oppure chi ci si butta a capo fitto, come si può riuscire ad uscire da un bosco senza avere una cartina?
Dapprima può sembrare assurdo ed impossibile ma successivamente ci rendiamo conto che esistono dei validi aiuti: le tecniche che qualcun altro ha già scritto potrebbero paragonarsi al nostro zaino, potrebbero essere le torce che rischiarano la notte, potrebbero essere segni sugli alberi che qualcuno ha già tracciato perché è già passato in quel punto, o ancora potrebbero essere dei picchetti per le tende o i resti di un bivacco… Con questo fantasioso e magari un po’ surreale paragone voglio dire che saranno la nostra volontà e le nostre intenzioni a guidarci verso l’uscita utilizzando gli aiuti che ci vengono offerti da altri non come strada da seguire ma come strumento da utilizzare (non come cartina ma come torcia). Nelle ultime settimane ho cercato di catalogare più elementi possibile che personalmente mi hanno molto aiutato nella persecuzione del mio scopo, si tratta di traguardi da raggiungere passo per passo l’uno dopo l’altro senza fretta e con la massima serenità tenendo sempre presente che l’importante è che ci si creda fino in fondo. 1 – Liberarsi dalla paura: la paura è un sentimento molto forte che tutti, in situazioni di pericolo e inquietudine, provano: è però indispensabile, ci aiuta a mantenere il nostro equilibrio, ci aiuta a cautelarci e ad essere saggi. Può rivelarsi però grande nemica perché è in grado di impadronirsi della nostra mente riempiendola di negatività e rivoltando tutto ciò che di positivo ci circonda contro di noi. Per questo è importante liberarsene, prendetevi tempo per recuperare una serenità interiore che è di assoluta necessità, dovreste giungere all’autoconvinzione che nessuno può farvi del male che poi in fin dei conti è la pura e semplice verità. Niente intorno a voi può nuocervi, neanche la più angosciante situazione o il più penoso dei problemi potrà affliggervi sul piano astrale perché siete parte di qualcosa di più grande, a questo proposito molti suggeriscono delle tecniche respiratorie particolari, si può anche pensare ad una situazione piacevole, ad un posto caldo e tranquillo sussurrando a noi stessi “nessuno mi può fare del male” ma la cosa importante è che teniate a mente che queste sono “le frecce sull’albero e i bivacchi”, siete voi a dover trovare la strada ed il percorso sarà piacevole. Fate attenzione: imponete a voi stessi solo cose buone, la paura ha “il coltello dalla parte del manico” perché se appena gli darete la minima occasione di entrare nella vostra testa essa la invaderà senza scrupoli e ci vorranno ancora molte energie per scacciarla. In prima persona sono divenuto consapevole del fatto che dominare la paura è un’impresa ardita in quanto è parte integrante del nostro istinto, soprattutto quando dobbiamo fronteggiare qualcosa che non conosciamo e che normalmente non vediamo; da questo punto di vista può essere utile convincerci che ciò che stiamo facendo è una delle cose più naturali che esistano, che la nostra mente è progettata per farlo e che questo accade tutte le volte che ci addormentiamo, dobbiamo solamente prenderne coscienza. 2 – Spegnere il corpo: il corpo fisico è in costante tensione ed è sollecitato da un numero impressionante di stimoli durante il corso della giornata, il nostro cervello elabora informazioni a ritmi impressionanti e noi reagiamo altrettanto velocemente; i nostri pensieri poi, si susseguono in maniera frenetica ed incontrollata provocandoci batticuore, allegria, tristezza, rabbia ecc. proviamo ad immaginarci di essere in possesso di un interruttore che può, in un colpo solo, disattivare tutto questo, rendendo il nostro corpo simile ad un mezzo, un oggetto che ci permette di esistere sul piano terreno ma che non ha alcun significato senza la mente. Proviamo ad avere l’intenzione di sentirci in pace con noi stessi, di coricarci rilassando ogni singolo stanco muscolo del nostro corpo e regalandoci attimi di pace mai provati… La maggior parte delle persone non pratica alcun rilassamento prima di addormentarsi e, pur non accorgendosi, affronta il sonno con il fisico ancora irrigidito e carico di tensione magari svegliandosi di soprassalto o con tremendi dolori per posizioni scorrette. Dovrete trovare voi una posizione comoda che favorisca il vostro rilassamento: da questo punto di vista non esistono limiti, si lascia spazio alla fantasia! Anche in questo caso posso solamente consigliare di rilassarsi, non sono in grado di dirvi come: alcuni praticano la meditazione, lo yoga ecc. personalmente non sono a conoscenza di queste tecniche ma la mia volontà mi ha permesso di trovare un equilibrio interiore che tutte le notti mi fa addormentare con serenità e distensione. Come ultimo appunto ma non meno importante è necessario porre all’attenzione che un buon rilassamento facilita il raggiungimento di una esperienza OOBE cosciente che in seguito potrà in alcuni casi essere realizzata anche senza fasi successive. 3 – Proiettare la volontà: la chiave di tutto è il motore che mette in moto le nostre azioni: la nostra volontà, i nostri sforzi se vengono giustamente canalizzati ed indirizzati possono farci raggiungere il traguardo tanto atteso. Come ho voluto ben precisare con questo articolo, è a questo punto che tutto può accadere o tutto può disfarsi, la nostra volontà, l’intenzione di uscire che può essere espressa grazie al pensiero, alla visualizzazione di un luogo (una stanza della casa, la città ecc.), ci farà giungere ai più profondi angoli di noi stessi prima e poi ci scoprirà un mondo totalmente nuovo. Occorre ricordare che la proiezione di volontà non è una cosa affatto semplice da realizzare poiché basta la minima incertezza per distruggere tutto il lavoro e la concentrazione accumulati fino ad ora. Ecco perché consiglio caldamente di non tralasciare le fasi preparatorie, anzi, dargli quasi più importanza; prendetevi tempo, non abbiate fretta, ma soprattutto, non tentate di raggiungere subito il vostro obiettivo, l’importante è non bruciare le tappe. Si rivelerà molto utile nei primi periodi utilizzare la proiezione di volontà per raggiungere gli obiettivi intermedi incanalando tutte le energie di cui disponiamo non per il raggiungimento dell’OOBE ma semplicemente per raggiungere il rilassamento totale ed eliminare le paure. Se ora volessi concludere utilizzando di nuovo l’esempio del “bosco” direi che questo modesto articolo nel migliore dei casi può essere paragonato ad un foglio di carta con qualche schizzo di mappa disegnato in matita e magari gualcito dalla pioggia… potete conservarlo o buttarlo, stenderlo, stracciarlo o scaraventarlo via! La mappa che vi ho dato … non so se è giusta, sarà la vostra volontà a trovare la bussola anche se sembra impossibile, basta non aver fretta e CREDERCI.