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una interpretazione razionalistica…
di Lynne Levitan e Stephen LaBerge
” Le esperienze extracorporee sono accadimenti personali durante i quali le persone provano la sensazione di percepire la realtà da un luogo esterno al proprio corpo “fisico”. Da studi effettuati (Blackmore, 1982) sembra che, almeno una volta nella vita, 5 persone su 100 abbiano avuto un esperienza simile (qualcuno arriva addirittura a supporre 35 su 100). Queste esperienze provocano una risposta emotiva particolarmente intensa, e possono arrecare un immenso fastidio così come una grande commozione; capire la natura di questi comuni e potentissimi accadimenti potrebbe aiutarci senza dubbio ad approfondire l’esperienza di essere vivi e umani.
La spiegazione più semplice del fenomeno è che le OBE siano esattamente quello che sembrano: la coscienza si separa dal corpo e viaggia in forma impalpabile nel mondo fisico. Un’altra idea è che potrebbe trattarsi di stati allucinatori, ma questo contrasta con il fatto di spiegarci perchè così tante persone abbiano avuto la stessa illusione. Alcuni dei nostri esperimenti ci hanno portato a considerare le OBE come un fenomeno naturale creato da normali processi cerebrali; quindi crediamo che siano eventi mentali che accadono a persone sane. A riprova di ciò, gli psicologi Gabbard e Twemlo (1984) hanno concluso, da indagini e test psicologici, che il tipico soggetto alle OBE sia: “un’ottima approssimazione del concetto di Americano medio e in salute”.
La nostra concezione, proposta anche dalla psicologa inglese Susan Blackmore, è che un OBE inizia quando una persone perde il contatto con il proprio input sensoreo pur rimanendo cosciente (Blackmore, 1988; LaBerge – Lucidity Letter; Levitan – Lucidity Letter). La persona in questione conserva la sensazione di possedere un corpo, ma questa sensazione non è più derivata dall’elaborazione dei dati provenienti dai nostri sensi; il soggetto percepisce inoltre un mondo che generalmente assomiglia a quello in cui vive “da sveglio”, ma anche questa percezione non viene supportata dai suoi sensi. Le vivide sensazioni del nostro corpo e dell’ambiente che ci circonda durante un esperienza extracorporea, sono rese possibili dalla meravigliosa abilità del nostro cervello di creare immagini anche in totale assenza di informazioni sensorie. Siamo tutti noi testimoni di questo processo nei nostri sogni; infatti tutti i sogni potrebbero essere definiti esperienze extracorporee in quanto viviamo situazioni che sono piuttosto disgiunte dalla reale attività “spaziale” del nostro corpo fisico.
A COSA SONO ASSIMILABILI LE OBE?
Bene, abbiamo sostanzialmente affermato che le OBE potrebbero essere nient’altro che una sorta di sogni ma, anche se così fosse, restano comunque delle esperienze straordinarie. La maggior parte delle persone che vive questo tipo di esperienza le descrive come più reali dei sogni; aspetti comuni delle OBE sono il trovarsi in un corpo “esterno” al proprio con tutte le caratteristiche del corpo fisico, provare un senso di energia, avvertire vibrazioni e rumori strani e intensi (Gabbard & Twelmow, 1984). A volte una sensazione di paralisi precede un esperienza extracorporea (Salley, 1982; Irwin, 1988; Muldoon & Carrington, 1974; Fox, 1962). Per i ricercatori queste strane esperienze ricordano chiaramente altri curiosi fenomeni chiamati paralisi notturne (Sleep Paralysis); queste paralisi sopraggiungono a volte mentre un individuo si sta svegliando dal sonno REM, oppure quando vi cade direttamente da uno stato di veglia.
Durante il sonno REM i muscoli del nostro, con l’eccezione di quelli degli occhi e di quelli involontari (cuore, polmoni, ecc.), sono completamente paralizzati per ordine di un apposito centro nervoso situato nel basso cervello. Questo meccanismo ci impedisce di mimare i nostri sogni, mentre li facciamo, proteggendo la nostra incolumità e quella di chi ci sta a fianco. Occasionalmente questa paralisi muscolare inizia, o continua se ci si sta svegliando, mentre la mente dell’individuo e completamente sveglia e consapevole.
Alcune particolarità delle paralisi notturne che sono state evidenziate da alcuni soggetti sono: “Mi sento completamente rimosso dal mio corpo”, “sensazione di essere separato da se stesso”, “Esperienza misteriosa e impetuosa” e il sentire: “rombare nella mia testa” e “fischiare le orecchie”. Questi eventi sembrano in effetti assimilabili alle sensazioni tipiche delle OBE di vibrazioni, rumori strani e di separazione dal corpo fisico (Everett, 1983). Anche la paura è stata riportata come una componente tipica delle paralisi notturne.
QUANDO AVVENGONO LE OBE?
Sembra possibile quindi che almeno alcuni tipi di esperienze extracorporee derivino dalle stesse condizioni che generano le paralisi notturne, e che questi termini possano in realtà descrivere due aspetti dello stesso fenomeno. Per iniziare un indagine su questa ipotesi noi dovremmo chiederci quante OBE avvengono nei casi in cui le persone stanno verosimilmente provando una paralisi notturna? Oppure similmente, le OBE avvengono quando la gente è sdraiata, dorme, riposa o mentre è vigile e attiva? I ricercatori hanno affrontato la questione della tempistica delle OBE chiedendo, a persone che dichiaravano di avere avuto queste esperienze, di descrivere quando esse realmente avvenivano. Nell’85% dei casi gli intervistati risposero di avere avuto OBE mentre riposavano, dormivano o sognavano (Blackmore, 1984). Altre ricerche confermarono che la stragrande maggioranza di OBE avviene quando le persone sono a letto malate o sono a riposare, con una piccola percentuale di casi registrarti in soggetti medicati o sotto effetto di farmaci (Green, 1983; Poynton, 1975; Blackmore, 1983).* I risultati di queste inchieste favoriscono dunque la teoria che le OBE possano essere il frutto delle stesse condizioni che portano alle paralisi notturne; c’è inoltre la prova che le persone inclini ad avere OBE sono anche portate ad avere sogni lucidi, sogni di volo e caduta, e l’abilità di controllarli (Bleckmore, 1983, 1984; Glicksohn, 1989; Irwin, 1988).
A causa della forte connessione apparsa tra sogni lucidi e esperienze extracorporee, alcuni ricercatori hanno avanzato l’ipotesi che le OBE siano in effetti un tipo particolare di sogno lucido (Faraday, 1976; Honegger, 1979; Salley, 1982). Un elemento discordante con questa tesi è comunque dato dal fatto che le OBE sono di gran lunga meno frequenti dei sogni lucidi nei soggetti predisposti e, inoltre, possono accadere a persone che non hanno mai avuto sogni lucidi. Per di più le OBE sono piuttosto differenti dai sogni lucidi per il fatto che, durante queste esperienze, il soggetto è convinto di vivere un accadimento “reale” ambientato nella realtà fisica; nei sogni lucidi invece, per definizione, noi sappiamo di vivere un sogno. C’è però una eccezione che connette le due esperienze: quando noi proviamo la sensazione di abbandonare il nostro corpo ma contemporaneamente siamo consapevoli di sognare. Durante i nostri studi sulla fisiologia dell’inizio della lucidità negli stati onirici osservammo che, più di un sogno tra quelli registrati, conteneva esperienze similari alle OBE. I sognatori descrissero di giacere sul letto, provare strane sensazioni corporee, sentire rumori forti e pulsanti, e poi di uscire dal corpo e volteggiare sopra il proprio letto. Questi studi rivelarono che i sogni lucidi possono iniziare in due modi completamente diversi.
Nella maggior parte dei casi parliamo di “sogni lucidi iniziati in sogno” (DILD); il sognatore prende coscienza di trovarsi in un sogno mentre è pienamente coinvolto in esso. I DILD avvengono quando il sognatore è nel bel mezzo della fase di sonno REM e i suoi movimenti oculari sono particolarmente presenti; noi sappiamo questo poichè i nostri sperimentatori ci segnalavano la loro lucidità con un predefinito movimento oculare rilevabile dall’esterno. Questi segnali infatti appaiono chiari nei tracciati delle registrazioni fisiologiche e ci hanno permesso di scoprire l’attimo dell’inizio della lucidità, in seguito siamo andati a vedere in che stato fosse il cervello del sognatore in quei momenti. Statisticamente i nostri sognatori da “laboratorio” hanno avuto 4 sogni lucidi “DILD” ogni 5 sogni lucidi fatti, nei sogni rimanenti (20%) accadeva invece che i sognatori segnalassero di risvegliarsi da un sogno per poi riaddormentarsi e ricominciare a sognare questa volta lucidamente. Accadeva che in un momento essi erano coscienti di essere svegli nel laboratorio e che, un attimo dopo, percepissero di essere in un sogno e di non vedere più la stanza in cui realmente dormivano. Questo tipo di sogno lucido è chiamato da noi “sogno lucido iniziato da svegli” (WILD). Uno sguardo più attento alle registrazioni fisiologiche e ai rapporti dei sognatori ci porta a pensare che esperienze oniriche simili alle OBE accadono maggiormente nei sogni WILD; saputo questo analizzammo i dati scientificamente mediante l’esperimento riportato in seguito.
LO STUDIO DEL LABORATORIO
I dati che analizzammo provenivano da 107 sogni lucidi fatti da 14 persone differenti; le informazioni fisiologiche che raccogliemmo per ogni sogno lucido comprendevano sempre le onde cerebrali, i movimenti oculari e l’attività muscolare del mento. Questi parametri erano necessari per determinare se un soggetto fosse sveglio o meno, in fase REM o no. In tutti i casi i sognatori segnalarono l’inizio della loro lucidità facendo un determinato schema di movimenti oculari identificabile, sui tracciati, anche da qualcuno non coinvolto nell’esperimento. Dopo aver verificato che tutti i sogni lucidi presentavano questi segnali nel bel mezzo di una fase REM, dividemmo i sogni in DILD e WILD basandoci su quanto tempo il soggetto fosse stato in una fase REM senza svegliarsi prima di divenire lucido (2 minuti o più per i sogni DILD, meno di 2 minuti per quelli WILD), nonchè sui loro racconti riguardanti la presa di coscienza all’interno del sogno. Accanto all’analisi fisiologica segnalammo in ogni rapporto ricevuto la presenza di vari eventi tipici delle esperienze OBE come le sensazioni di distorsioni del corpo (comprendenti paralisi e vibrazioni), il fatto di volare o volteggiare, riferimenti al fatto di essere consapevoli di trovarsi a letto, addormentato o sdraiato e, naturalmente, ogni sensazione di abbandono del corpo come, ad esempio, “Stavo fluttuando fuori dal mio corpo”.
RISULTATI: PIU’ EVENTI TIPO “OBE” DURANTE I SOGNI “WILD”
Dieci dei 107 sogni lucidi riportati furono qualificati come OBE in quanto i sognatori avevano descritto la sensazione di aver abbandonato i loro corpi durante il sogno. 20 dei sogni lucidi erano classificabili come WILD, i rimanenenti 87 come DILD; mentre 5 delle OBE erano avvenuti in sogni WILD (28%) e 5 nei DILD (5%) mostrando che le OBE sono ben quattro volte più frequenti durante fenomeni di tipo WILD. Inoltre tutti e tre gli eventi correlati alle OBE su cui investigavamo mostrarono di avvenire più spesso durante i sogni WILD; almeno un terzo di questi sogni contenevano infatti fenomeni di distorsione corporea e, più della metà prevedeva esperienze di volo, di fluttuazioni o la consapevolezza di essere a letto. Tutto ciò va naturalmente comparato con la casistica dei sogni DILD, vediamo quindi che in meno di un quinto di questi sogni si presentava una distorsione corporea, solo in un terzo dei casi si avevano esperienze di volo e affini e, in un quinto di essi era presente la consapevolezza di essere nel proprio letto. I rapporti dei 5 sogni DILD classificati da noi come OBE furono in realtà molto simili come fenomenologia a quelli riguardanti i sogni WILD. In entrambi i casi i sognatori raccontavano di ritrovarsi stesi nel loro letto e di provare, in seguito, sensazioni molto strane comprese la paralisi e il fluttuare fuori dal corpo. Sebbene questi 5 sogni lucidi siano in effetti assimilabili a sogni WILD, noi li classificammo come DILD perchè le registrazioni fisiologiche non mostravano risvegli che precedessero la lucidità. Resta il fatto che esiste la possibilità che questi sognatori possano essere divenuti momentaneamente coscienti dell’ambiente in cui si trovavano (e quindi “svegli”), pur continuando a mostrare le forme d’onda cerebrali tipiche del sonno REM. La scienza dell’elettroencefalogramma non è infatti ancora così evoluta perchè noi possiamo dire che cosa il soggetto stia “provando” dalla sola lettura delle sue onde cerebrali. Vari aneddoti dal mondo dei sogni indicano come, a volte, si possa essere consapevoli delle sensazioni provenienti dal nostro corpo che dorme mentre si sta sognando; un esempio classico è il sogno in cui si prova a correre mentre le nostre gambe diventano sempre più pesanti ad ogni passo, questo accade probabilmente per il fatto che inconsciamente riceviamo la sensazione “reale” delle gambe immobili nel letto.
OBE E WILD AL DI FUORI DEL LABORATORIO
I nostri studi di laboratorio mostrarono che, quando le OBE avvengono durante sogni lucidi, esse iniziano o quando si rientra nel sonno REM appena dopo un risveglio, oppure appena dopo essersi resi conto di essere a letto. Noi ci siamo chiesti se queste relazioni tra sogni lucidi e OBE potessero presentarsi anche al di fuori del nostro laboratorio, nel “mondo reale” e abbiamo indagato.
Non potendo portare il laboratorio del sonno a casa di centinaia di persone (Dreamlight potrà forse darci presto questa capacità), decidemmo di compiere una ricerca che potesse anche completare le precedenti ricerche sull’argomento. La differenza con le ricerche anteriori stava nel fatto che, oltre a chiedere alle persone se avevano avuto esperienze OBE, indagammo specificamente su alcuni eventi che sappiamo essere correlati ai sogni WILD, vale a dire: essere lucidi, il tornare direttamente ad un sogno dopo essersi svegliati da questo e avere paralisi notturne. Un totale di 572 persone compilarono il nostro questionario, essi erano sia studenti di un corso introduttivo di psicologia sia lettori di NightLight;
circa un terzo del totale riportò di aver avuto almeno un OBE e appena più dell’80% di loro aveva avuto sogni lucidi. Una paralisi notturna aveva interessato il 37% del campione, mentre l’85% dei sognatori era riuscito a rientrare in un sogno dopo essersi svegliato. Le persone che segnalarono un maggior numero di esperienze oniriche furono anche più soggette alle OBE; per esempio, delle 452 persone che hanno dichiarato di avere sogni lucidi il 39% ha riportato esperienze OBE contro il 15% di quelle che non facevano sogni lucidi. Il gruppo con la maggior incidenza di esperienze OBE (51%) è stato quello con le persone che avevano riportato anche sogni lucidi, paralisi notturne e rientro nei sogni dopo il risveglio.* Noi ci potremmo aspettare che le persone che riescono a ritornare ad un sogno dopo essersi svegliate siano inclini ad avere sogni WILD e di conseguenza ad essere dei sognatori lucidi; in effetti da questa ricerca è emerso che le persone che riuscivano a rientrare nei loro sogni riportavano anche frequenti sogni lucidi. Detto questo noi crediamo che, il fatto che la frequenza di ritorno ai sogni sia, in questo studio, collegata alla frequenza di avvenimenti OBE, supporti i risultati delle nostre ricerche di laboratorio che avevano evidenziato che i sogni WILD erano associati ai fenomeni OBE.
COSA SAPPIAMO OGGI?
I nostri due studi hanno comparato la frequenza delle OBE nei due tipi di sogno lucido sopra descritti e hanno “fotografato” la relativa frequenza di questi avvenimenti in un largo campione di popolazione. Abbiamo anche imparato che, quando le OBE avvengono durante i sogni lucidi, avvengono in quei sogni avuti dopo essersi riaddormentati da un breve risveglio durante una fase REM. Logicamente è scaturito anche che le persone più inclini ad avere le OBE erano quelle che erano solite vivere esperienze notturne come sogni lucidi, paralisi, ecc.. Più sopra abbiamo descritto la nostra teoria operativa sulle OBE e cioè che la loro causa sarebbe da ricercarsi in una mancanza di inputs sensorei appena all’inizio del sonno, mentre si ha ancora una certa dose di coscienza. Questa combinazione di eventi è solita verificarsi più frequentemente quando una persona passa direttamente dalla veglia al sonno REM; in entrambi i casi infatti la mente è attiva e vigile ma, mentre nello stato di veglia è impegnata ad elaborare gli inputs sensorei, quando si sogna essa sta creando un modello mentale totalmente indipendente da essi. Questo modello include la presenza di un corpo. Quando sognamo infatti ci sentiamo come fossimo realmente in un corpo molto simile al nostro corpo fisico e questo perchè siamo abituati a quei dati schemi sensorei e motorei. Comunque i nostri sensi interni “fisici”, che quando siamo svegli ci informano della nostra posizione e sui nostri movimenti, sono come tagliati fuori durante il sonno REM e, grazie a questo, noi possiamo sognare di compiere qualsiasi azione come volare, ballare, scappare dai mostri e essere smembrati mentre il nostro corpo giace immobile nel letto. Durante un sogno WILD, o una paralisi notturna, la mente vigile e sveglia continua il suo lavoro di mostrarci il mondo come lei si aspetta che sia, sebbene non possa più in realtà percepirlo. Così ci troviamo in un mondo dei sogni “mentale”. Presumibilmente, appena gli input sensorei sono tagliati, avvertiamo la cessazione della sensazione di gravità e, sentendoci così improvvisamente più leggeri, ci sentiamo fluttuare nel vuoto e salire verso l’alto dal posto in cui sappiamo che il nostro corpo giace steso *. La stanza attorno a noi sembra sempre la stessa, ma questo è ovvio in quanto è la migliore stima del nostro cervello su dove ci troviamo in quel momento. A quel punto se non sapessimo di esserci appena addormentati, potremmo benissimo pensare di essere svegli e ancora in contatto con la realtà fisica e, che stia accadendo qualche cosa di veramente strano: la divisione della nostra mente dal corpo fisico! L’inusuale esperienza di “abbandonare” il corpo fisico è allo stesso tempo eccitante e allarmante e, considerata anche la realistica ambientazione della nostra camera da letto, è così coinvolgente che molte persone che hanno OBE spesso dichiarano: “Era troppo reale per essere un sogno!” Anche i sogni normali possono essere sorprendentemente reali se noi “partecipiamo” al loro svolgersi. Di solito infatti noi passiamo attraverso i sogni senza curarci molto di loro e, una volta svegli, li ricordiamo vagamente; questo fa sì che sembrino irreali e nebulosi. Pensandoci bene anche la vita reale presenta questi problemi: il nostro ricordo di un giorno tipico è piatto, debole e soprattutto manca di dettaglio, sono solamente gli eventi nuovi, eccitanti o spaventosi che lasciano vivide e durevoli impressioni. Se smettiamo un attimo di fare ciò che stiamo facendo possiamo guardarci intorno e dire: “Si, questo mondo sembra solido e reale”; ma, se ci guardiamo indietro e proviamo a ricordare, per esempio, il nostro lavaggio di denti mattutino, la nostra memoria ci mostrerà un’immagine poco realistica e vaga. Se confrontiamo un ricordo simile con uno di un evento che ci ha emozionato o scosso vediamo subito come quest’ultimo sembri molto più reale anche a distanza di mesi. I sognatori lucidi spesso, durante i loro sogni, si dicono: “So che questo è un sogno, ma tutto questo sembra incredibilmente vero!”; tutto ciò sembra indicarci che la sensazione della “veridicità” di un evento nulla ha a che fare con il fatto che avvenga o meno nel mondo “fisico”. Questo non nega affatto che le esperienze più intime e profonde siano quelle reali e che possono produrre effetti profondissimi nelle nostre vite. Comunque, come i sogni lucidi hanno pienamente dimostrato, noi possiamo imparare a distinguere i nostri sogni personali da quella che chiamiamo realtà fisica, e così facendo, una volta nel sogno, si riesce a capire quanto realistica possa essere l’illusione di una realtà onirica. Le prove che la maggior parte delle OBE sono sogni non sono comunque abbastanza numerose per consentirci di dire che esperienze OBE genuine siano impossibili; comunque, nell’interesse della lucidità, perchè in caso di OBE non fare un test di realtà? Siete sicuri che la stanza in cui vi trovate sia realmente quella in cui dormite veramente? Se avete lasciato il vostro corpo, dove è adesso? Gli oggetti cambiano mentre non li guardate?
E mentre li guardate? Riuscite a leggere una scritta due volte ed avere la stessa lettura? Se qualcuna di queste domande e piccoli esperimenti vi fanno dubitare di essere nella realtà fisica, non è logico pensare che state sognando? * Un altro fatto da considerare è che un sogno non deve forzatamente accadere durante una fase REM; nella maggior parte dei casi è così, ma ci sono altre situazioni in cui si può perdere il contatto con la realtà ed entrare in un mondo mentale. Alcune di queste situazioni conosciute sono: trance ipnotica, anestesia, isolamento sensoreo, e casi di OBE sono stati riportati da ciascuna di queste situazioni particolari. Quindi, l’argomentazione che l’evento OBE non sia un sogno in quanto chi lo sperimentava non stava dormendo, fa acqua da tutte le parti.
L’ESPERIENZA “NEL CORPO”
Per finire questa discussione sull’origine delle OBE, un evento considerato incredibile da molti e addirittura metafisico da altri, consideriamo quella che la nostra normale esperienza e cioè l’essere “dentro” il nostro corpo. Cosa significa dunque essere in un corpo? Affermare che qualcuno è dentro un corpo implica che il proprio Io è un “oggetto” con limiti ben definiti che può essere contenuto all’interno dei limiti di un altro oggetto: il corpo fisico. Comunque, resta il fatto che noi non abbiamo nessuna prova che il nostro IO sia una cosa così concreta; infatti in caso di esperienza OBE noi pensiamo che sia proprio il nostro IO a prendere la larga dal corpo. La nostra normale esperienza di essere nel corpo è basata sia sugli inputs sensorei provenienti dal mondo esterno, sia sulla loro elaborazione da parte dei nostri organi sensorei interni. Proprio questi ultimi ci danno il senso della posizione all’interno di una realtà tridimensionale, è anche vero, comunque che è il nostro corpo fisico ad essere posizionato nello spazio e non il nostro IO, perchè il nostro IO non è nè il corpo nè il cervello. Se noi pensassimo che il nostro IO sia un risultato dell’attività cerebrale, non sarebbe sempre possibile sentenziare che l’IO risiede nel cervello proprio come non si può dire che il significato di queste parole è contenuto in questa pagina. D’altra parte non ha senso comunque, volendo essere obiettivi, dire che l’IO possa essere ovunque; piuttosto potremmo azzardarci a dire che il nostro IO è proprio lì dove sente di essere.* Questo “posizionamento” è puramente soggettivo e derivato dagli organi sensorei. Lasciando da parte la questione filosofica della natura essenziale dell’IO, la percezione resta un processo innegabilmente legato alle funzioni cerebrali. Per questo motivo quando ci capita di trovarci in un “mondo” del tutto simile a quello che siamo abituati a percepire con le nostre orecchie, i nostri occhi, etc., è logico pensare che sia il nostro solito cervello a creare gli scenari attorno a noi. Se noi abbandonassimo realmente i nostri corpi, tagliando ogni comunicazione con esso, si presume che vedremmo il mondo in una maniera totalmente diversa. Quindi possiamo affermare che, sebbene non ci siano prove definitive per negare la possibilità di una vera “OBE”, nella quale un individuo esiste in una forma completamente indipendente dal proprio corpo fisico, è altamente improbabile che in queste condizioni si adoperino sistemi percettivi identici a quelli “fisici”.* Gli insegnamenti spirituali ci dicono che abbiamo una realtà oltre quella sperimentata su questo mondo. Le OBE potranno non essere, come spesso interpretate, una letterale separazione dell’anima dal corpo puramente fisico, ma rappresentano comunque un’indicazione delle potenzialità che giacciono nei profondi recessi delle nostre menti. I mondi che noi creiamo nei sogni e nelle OBE sono tanto reali quanto questo, e in più hanno un infinita varietà di scenari. Quanto può essere più esaltante essere “fuori dal corpo” in un mondo dove la sola limitazione è la nostra immaginazione, piuttosto che essere in un “impotente” corpo nel mondo fisico? E, liberati dalle limitazioni della realtà fisica, avendo la coscienza espansa dalla consapevolezza di poter trascendere i limiti della fisicità, chi può dire cosa potremmo diventare o essere? ”