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Alfred Métraux, forse il maggior studioso di questo fenomeno, scrisse: “il vodu è una somma di credenze e di riti di origine africana che, strettamente mescolati a pratiche cattoliche, costituiscono la religione della maggioranza della popolazione della Repubblica nera di Haiti”.
In effetti la storia dei culti vodu ha inizio nella seconda metà del XVII secolo quando i primi schiavi africani sbarcarono nell’isola di San Domingo. Si tratta di gruppi di diversa provenienza che arrivano in un territorio dove gli antichi abitanti sono stati quasi interamente sterminati dalla forzata cristianizzazione e dagli inumani ritmi di lavoro nelle piantagioni. Occorreva dunque una nuova manodopera gratis in grado di sopravvivere al clima tropicale. Ma gli schiavi portano con sé anche un insieme di rappresentazioni mistiche, pratiche rituali e culti ancestrali dell’Africa nera che spesso sono costretti a mascherare sotto una parvenza di cristianesimo. E’ l’unico legame che li fa sentire legati alle proprie radici.
“Vodu” nell’antica lingua del Dahomey vuol dire “dio”, spirito e la sua immagine è quella che comunemente consideriamo un “feticcio”. Il sacerdote è chiamato “hungan”, mentre “mambo” è la sacerdotessa. Nel vodù l’essere soprannaturale è il “loa”, la divinità, una sorta di genio o demone che spesso “possiede” le persone. Durante le cerimonie nel tempio vodù, al centro del quale si innalza sempre un palo, gli spiriti scendono sulla terra per prendere possesso dei loro fedeli. Il mondo degli spiriti e il mondo degli uomini si incontra in quello spazio magico dove il palo rappresenta una sorta di antenna in grado di captare le energie sottili dell’etere.
Durante la possessione spesso l’invasato perde ogni coscienza di sé e compie azioni apparentemente paranormali come ad esempio ingoiare tizzoni ardenti o piegare sbarre di ferro rovente senza danni apparenti. Quando infatti i fedeli sono posseduti dal dio del fuoco non possono essere bruciati o se sono posseduti dal dio del mare, in condizioni di pericolo, riescono a salvarsi anche se non sanno nuotare.
Gli zombi sono in realtà persone ufficialmente morte e che sono state pubblicamente sepolte ma che, magari a qualche anno di distanza, vengono trovate, spesso alle dipendenze di qualche mago nero, in uno stato prossimo all’idiozia. E’ opinione diffusa che in realtà si tratti di individui a cui sono state somministrate pozioni segrete in grado di provocare effetti di letargia così profonda che è impossibile distinguerla dalla morte. Perfino nel vecchio codice penale haitiano una norma proibiva l’impiego contro persone di “sostanze le quali, pur senza dare la morte, produrranno effetto letargico più o meno prolungato…Se la persona è stata inumata, l’attentato verrà qualificato alla stregua di omicidio”.
Lo zombi richiamato alla vita dallo stregone resta in uno stato di semi incoscienza a metà tra la vita e la morte. Si muove, mangia, capisce ma è privo di ricordi e non ha coscienza di se stesso. Spesso il suo padrone lo sfrutta facendolo lavorare nei campi come un animale.
Nel mondo occidentale vengono praticati riti che implicano il coinvolgimento di forze maligne: si tratta di magia nera che si manifesta sotto forma di fatture e malocchi perpetrati al fine di danneggiare il prossimo…
Ma ATTENZIONE: esistono veri MAGHI e falsi fatucchieri imbroglioni…