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Nell’ottobre 1999, dopo la denuncia di un’ex adepta, la polizia ha fatto irruzione in una chiesa sconsacrata vicino a Tivoli, in provincia di Roma, dove alcuni satanisti si davano un appuntamento fisso, il primo venerdì del mese,per incontrarsi e praticare i loro riti. Indossati dei mantelli con i cappucci neri, procedevano alle “celebrazioni” che consistevano nell’assunzione di stupefacenti, nel sacrificio di vari animali, in orge di sesso in cui gli uomini stupravano giovani donne che non erano in condizioni di opporsi perché drogate.
Le “messe nere”, nate secondo le fonti a disposizione nel secolo XVII alla corte di Luigi XIV, sono state tramandate e rilanciate nella storia ,anche d’Italia ,dai movimenti degli adoratori di Satana presenti in molti gruppi apparentemente estranei a Satana. Si tratta di rituali che ricalcano , scimmiottandola in negativo, la messa cattolica, in quanto ne sono una parodia erotico-blasfema, con tanto di officiante, sacerdoti, chierici, letture e profanazione dell’eucarestia. Ostie consacrate, rubate e riciclate, sono infilate nella vagina di una donna nuda distesa sull’altare. Gli accoliti sono coperti da un grande mantello con cappuccio stile boia, il gran cerimoniere indossa paramenti neri, le immagini sacre e i crocefissi sono capovolti. Si invoca Satana come un amico confidente, chiedendogli favori: potere, successo, denaro, sesso, amore, felicità, persecuzione contro qualcuno ecc.
A volte, dopo l’uccisione di un gallo, di un gatto o di un capretto, si praticano l’ematofagia (=bere sangue animale) e altri riti barbari che sono anche un pretesto per orge di droga e di sesso allargato con scambi di coppia (che naturalmente attirano giovani e non ,annoiati dalla vita ordinaria del nostro Condominio Occidentale erotomane e consumista, ndr).