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LE VITTIME : A dare il via alle indagini, il 24 gennaio 2004, è la morte di Mariangela Pezzetta uccisa con un colpo di pistola da Andrea Volpe, Nicola Sapone e Elisabetta Ballarin. Dopo il racconto del pentito Volpe (che fa ritrovare i corpi di Fabio Tollis e Chiara Marino dopo sei anni) vengono a galla i crimini delle Bestie di Satana.
I CAPI : Si scopre che Nicola Sapone e Paolo Leoni, detto Ozzy, sono i leader della setta. Per l’accusa hanno pianificato e messo in atto gli omicidi di Fabio, Chiara e Mariangela (19,16 anni e 24anni). Inoltre, hanno costretto al suicidio Andrea Bontade.
ESECUTORI-COMPLICI : A processo anche Eros Monterosso e Marco Zampollo, rimasti in ombra durante il duplice delitto Tollis e Marino. Del delitto di Mariangela viene accusata la Ballarin LE ACCUSE : Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie di omicidi e violenze, occultamento di cadavere, violazione della legge sulle armi e istigazione al suicidio.
IL RITO ABBREVIATO : II 22 febbraio dell’anno scorso, la prima sentenza con rito abbreviato del gup di Busto Arsizio: Volpe viene condannato a 30 anni, Pietro Guerrieri a 16 anni. , L’11 aprile scorso il giudice dei minori di Milano, sempre con rito abbreviato, condanna Maccione a 19 anni e assolve Massimiliano Magni (l’unico rimesso in libertà).
LA CORTE D’ASSISE : IL 21 giugno inizia il processo davanti alla corte d’assise di Busto Arisizio; alla sbarra ci sono Sapone, Leoni, Monterosso, Zampollo e la Ballarin: secondo i pubblici ministeri tutti meritano l’ergastolo, la Ballarin 26anni.
LA SENTENZA : Ergastolo per Sapone, 26 anni per Leoni e Zampollo, 24 per Eros Monterosso, 24 anni e 3 mesi per Ballarin.
CENT’ANNI E UN DOPPIO ERGASTOLO ALLE BESTIE
Un doppio ergastolo, 26 anni, ancora 26, poi 24 e infine 24 e tre mesi per l’unica ragazza a processo. Adesso le Bestie sono in piedi davanti alla Corte e le parole del giudice Anna Azzena piombano pesanti come pietre nell’aula muta. I seguaci di Belzebù ascoltano e ghignano dentro il gabbione di ferro. Elisabetta Ballarin sente 24 e si morde le labbra pallida, poi scuote i capelli scuri e fa: “Stasera qualcuno festeggia”. Hanno la faccia da sfida perfino davanti alla condanna, gli assassini di Satana. Nel loro curriculum tre omicidi, due induzioni al suicidio e mille misteri. A mezzogiorno avevano mangiato formaggino e marmellata portati in un sacchetto, aspettando la decisione della Corte d’assise di Busto Arsizio riunita in camera di consiglio. E hanno anche scherzato fra loro, come studenti in gita.
Intorno alle sette di sera, per i cinque imputati è arrivato il verdetto: 100 anni e due “fine pena mai” per uno stesso imputato. Non è un totale da niente. La pena più pesante è per l’idraulico di Dairago Nicola Sapone, 29 anni, leader della setta e quattro morti sul conto: l’omicidio di Fabio Tollis, Chiara Marino, Mariangela Pezzetta, l’induzione al suicidio di Andrea Bontade, sfracellatesi contro un muro su suo ordine. La legge non consente di inchiodare un imputato a due ergastoli, ma questa era stata la richiesta dell’accusa per Sapone, accolta in pieno dalla Corte. “È una buffonata. Tutto un teatro, solo una gran farsa”, commenta lui senza scomporsi. “Tempo tre anni e mio figlio sarà fuori. Vuoi scommettere? ” , aggiunge suo padre padre Paolo. Nel pomeriggio gli aveva anche portato un amico davanti al gabbione, convenevoli e saluti furtivi per il super-imputato.
La Corte ha inflitto 26 anni sia a “Ozzy”, Paolo Leoni all’anagrafe (assente durante le esecuzioni ma spietato pianificatore di tutti gli omicidi), sia al suo luogotenente Marco Zampollo. Pure lui, smilzo e rannicchiato dentro una tuta da ginnastica, dice la sua ai giornalisti che si avvicinano alle sbarre: “Non statemi così addosso, perché vi faccio un voodoo”. Applausi e risate dai complici. Poi Zampollo chiama l’avvocato e ordina: “Ora lo spieghi lei a mia madre… “.
Ozzy, il grande capo della setta satanica che dal 1998 al 2004 ha seminato morte nel Varesotto, ha invece mostrato una punta di rancore: “Quando Fabio e Chiara sono stati ammazzati io era al lavoro. C’è la prova: il tesserino timbrato con tanto di orario. Sentenza ingiusta. Mi aspettavo l’assoluzione. Ovvio”.
Eros Monterosso intasca 24 anni di cella per il duplice omicidio di Chiara e Fabio (non uccide ma pianifica il crimine). “Sono contentissimo”, urla e ride in faccia ai giudici. Ventiquattro anni e tre mesi per Elisabetta Ballarin: secondo l’accusa è colpevole dell’omicidio di Mariangela Pezzetta, uccisa a 27 anni il 24 gennaio 2004, nel suo chalet di Golasecca (Varese). Un colpo di pistola in faccia, una decina di badilate per finirla, poi la sepoltura dentro una serra e la fuga nella notte con il complice-fidanzato e super-pentito Andrea Volpe, già condannato a 30 anni con rito abbreviato.
“Stasera qualcuno festeggia: Volpe ha ottenuto quello che voleva. Con le sue confessioni assurde ci ha incastrati tutti”, alza la voce.
Aspettando la sentenza, in un angolo dell’aula sorvegliata a vista, Elisabetta (20 anni e la faccia angelica), ha giocato e scherzato con Nicola Sapone chiuso ingabbia. Questi del Varesotto saranno anche stati omicidi balordi di ragazzi da niente. Gente col cervello spappolato dall’heavy metal, dalla droga e anche dall’Anticristo, ma 100 anni e un bis di ergastoli non sono poca roba. Eppure loro in aula hanno mostrato strafottenza e sfidato i giudici. “Questi giovani, durante e dopo i delitti non hanno mai mostrato alcun segno di pietà.
Anzi, hanno scelto la violenza e il ripudio della vita”, dice nella sua replica il procuratore della Repubblica, Antonio Pizzi che insieme al pm Tiziano Masini, rappresenta l’accusa. Avevano chiesto cinque ergastoli (due per Nicola Sapone) e 26 anni (per Elisabetta Ballarin). Le parti civili vogliono cinque milioni di euro come risarcimento. “Siete solo sporchi assassini, ora buttino via la chiave”, è il coro dei genitori dei ragazzi uccisi. Solo il padre di Mariangela, Savino Pezzetta, ha commentato:
“Giustizia ha trionfato. Andrò a trovare mia figlia al cimitero e le dirò di guardare su questa povera terra”. Alla lettura della sentenza che chiude il primo capitolo giudiziario dei delitti delle Bestie di Satana, il procuratore Pizzi ha aggiunto: “La Corte ha ritenuto fondate tutte le accuse e riconosciuto i colpevoli. E caduta la configurazione giuridica dell’associazione ma non il contesto satanico in cui hanno agito tutti i componenti del gruppo”.