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Per tutti coloro che non avevano ben chiaro cosa fosse in realtà un caso editoriale, l’ “avvento” del Codice da Vinci, dell’americano Dan Brown sarà di certo molto illuminante. Dai romanzi a sfondo storico a quelli misteriosofici, il panorama dell’editoria mondiale è invaso da una mole sterminata di libri dedicati al tema dei misteri della storia dell’Uomo, quella ufficiosa, e alcuni sono molto interessanti, altri polemici quanto basta, altri ancora molto fantasiosi, ma mai nessun libro è riuscito a dividere così nettamente il pubblico dei lettori. Il Codice da Vinci o lo si ama o lo si odia, non esistono mezzi termini, e così Dan Brown indossa di volta in volta le vesti di un angelo o di un demone, un ruolo che richiama molto il titolo del suo libro precedente, che misteriosamente, però, in pochi conoscevano prima che esplodesse la “Da Vinci mania”. La trama del Codice da Vinci si basa sull’ipotesi che Gesù non morì sulla croce ma che, scampato alla morte, visse una seconda vita tenuta segreta per secoli. La Maddalena, in questo quadro, assume un ruolo diverso da quello offerto dalla tradizione cristiana, e le certezze in alcuni vacillano… Proprio mentre stiamo andando in stampa arriva la notizia del suicidio di un monaco benedettino inglese, padre Alan Rees che, secondo quanto hanno riferito i suoi più stretti confratelli, sembra che abbia scelto di morire a causa di una profonda crisi di fede che attanagliava la sua anima da tempo, ma che avrebbe ricevuto il colpo di grazia dopo aver letto il Codice da Vinci…
Verità o menzogna? E’ il dilemma che accompagnerà nel bene e nel male il libro di Dan Brown. I media mondiali hanno seguito molto da vicino il percorso del libro e viene da chiedersi se non ci sia stato qualche aiuto di troppo, a partire da quella recensione del 17 marzo apparsa nell’inserto culturale del New York Tìmes, ben prima del lancio ufficiale del libro. Polemiche a parte, a Dan Brown va comunque riconosciuto il merito indiscusso di essere riuscito laddove altri non avrebbero neanche immaginato di arrivare: più di 10 milioni di copie vendute, aspre critiche e giudizi positivi a livello mondiale, riflettori implacabili della Chiesa puntati incessamente, un film dedicato al suo libro con attori del calibro di Tom Hanks, che sarà presentato al Festival del Cinema di Cannes alla fine di maggio, una nuova branca di letteratura ispirata dal suo libro e, non ultimo, un eterno processo giudiziario istruito per rispondere all’accusa di plagio… (dalla quale è stato assolto in questi giorni ndr) è una soddisfazione che in pochi scrittori possono vantare. La vicenda del processo, però, ed è giusto dirlo, se da una parte rappresenta una vera spina nel fianco di Dan Brown, accusato di essersi “ispirato” un po’ troppo a opere già pubblicate, come il saggio intitolato Il santo Graail di Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoin, o Il cerchio si chiude di Tom Egeland. dove si possono ravvisare inquietanti similitudini con Il Codice da Vinci, dall’altra ha rappresentato l’inizio di una nuova vita per opere passate abbastanza sotto silenzio. Toma ancora il dilemma: verità o menzogna?
L’obiettivo non è fornire risposte, ma riuscire a instillare il maggior numero possibile di domande.
Massimo Bonasorte
Direttore editoriale del mesile Hera
“lo dico che esiste una società segreta, con delle ramificazioni nel mondo intero, che complotta per diffondere la voce che esiste un complotto universale”