Prova generale di repressione

Intorno al Mille, un’Europa indebolita dal declino del potere carolingio e dall’imperante decadenza morale reagisce con estrema violenza alla diffusione dei movimenti ereticali. 
Se molte delle credenze o superstizioni confessate dalle imputate potevano appartenere ad antichi bagagli culturali provenienti da differenti epoche e contesti geografici, come lo sciamanismo eurasiatico che vedremo più avanti, altre invece sembrano avere caratteristiche composite ed eterogenee che però appartenevano di diritto al nostro mondo europeo: così le credenze relative al malocchio, alle fatture, alla magia, “bianca” o “nera”.
COSE DEL NOSTRO MONDO
Gli stessi nomi con i quali vengono chiamate queste donne, soprattutto nei testi demonologici, è indicativo. Se l’italiano “strega” è indubbiamente connesso con il latino strix, l’uccello o la donna-uccello che ronza intorno ai cadaveri e li mangia, il francese sorcier mette l’accento su attività legate alla divinazione, come il latino sors (da cui sortilegio). Legato a dei saperi misteriosi è invece l’inglese witch ,probabilmente proveniente da un termine più generale che indica il “sapere”, come si vede nel tedesco wissen. Siamo di fronte a qualcuno che “sa”, probabilmente anche in senso medico.
Analoga provenienza pare avere anche il termine tedesco per strega Hexe. L’attività di queste figure sembra inoltre spesso legata a un “fare” (benigno o maligno?) che ha dato vita all’italiano fattura e allo spagnolo hechiceria (da hacer, fare). Senza contare i tanti termini dialettali, locali, con iquali si designano le nostre “streghe”. Per tutti, citiamo qui il napoletano Janara, che ancora una volta rivela il suo legame con Diana.

QUEL CURIOSO RITUALE NOTTURNO
Trarre da questo guazzabuglio di credenze un’idea unitaria, inventare una specifica setta che si dedicasse all’adorazione del demonio, alle riunioni notturne a sfondo cannibalico e orgiastico, una sorta di antireligione, fu principalmente il compito a cui si dedicò l’Inquisizione.. Fu un modo per semplificare, per dare una lettura unitaria, e perciò in qualche modo acquietante, di un mondo che era troppo complesso per essere immediatamente compreso. Una visione tanto allettante che solo da poco gli storici hanno avuto il coraggio di abbandonare, battendo piste più ardite e difficoltose, ma certamente più feconde, fatte di tracce nascoste tra archeologia, storia, antropologia e folclore.
Così è stato per quel curioso rituale notturno, confessato da Pierina e Sibillia, degli animali resuscitati, studiato da Maurizio Bertolotti, che ne ricostruì (1979) in parte l’origine, svelando antichi riti di popoli cacciatori che facevano capolino tra le confessioni di Giovanni da Rodigo, nel 1519. Così pure per il sabba delle streghe indagato da Carlo Ginzburg (1989), che sembra trovare nello sciamanica eurasiatico un suo più antico sostrato generativo.
Queste credenze, queste confessioni delle streghe, furono ascoltate e vissute come prove di un’antisocietà, di una setta perversa che attentava alla vita dei cristiani, al cuore stesso dell’Europa cristiana.

LA TEORIA DEL COMPLOTTO
Perché Beltramino condannasse a morte le due donne, bisognava non solo che credesse in quelle storie, ma anche che temesse un vero e proprio complotto ai dannidell’umanità: queste idee non si formarono nella sua testa da sole e non le elaborò certo nei giorni in cui conobbe Pierina e Sibillia. Furono il frutto di un’amalgama di conoscenze, dotte e popolari, che cominciò a prendere forma secoli prima durante la sferzante persecuzione degli Ebrei , prima, e poi degli eretici, veri e propri gruppi, confessioni religiose, che furono viste come serpi nel seno della Chiesa,della cristianità.
Minacciati da quella che si scoprì una spaventosa diffusione di eresie, come quelle dei Valdesi e dei Catari, gli ecclesiastici del Due e Trecento partorirono deliberatamente l’immagine di una società antiumana. Ciò che forse i cristiani avevano dimenticato, però, era che questa immagine fu usata contro di loro dai pagani, al tempo in cui il cristianesimo era una piccola setta dalle grandi speranze.
Una teoria, quella del complotto, che ebbe grande fortuna e che, esauritasi con il processo settecentesco di laicizzazione della società e distaccatasi così dal suo contesto teologico, tornerà a nuova vita nel mondo della politica, quando a essere demonizzati saranno gli oppositori del regime, della maggioranza, più in generale di coloro che non accettano i modelli imposti dai movimenti egemonici. Visto il suo perdurare anche nel mondo contemporaneo, in quello occidentale, mediorientale e asiatico, sarà bene soffermarsi su una tale teoria.
Una fonte, più o meno cosciente, a cui fecero riferimento gli inquisitori e coloro che giudicavano le streghe era l’immagine che i Romani avevano elaborato dei primi cristiani come affiliati ad un’organizzazione segreta che praticava l’infanticidio cannibalistico e l’incesto. Immagine, questa, che poteva trovare un’apparente conferma nel fatto che costoro si incontrassero in segreto, al buio, soprattutto per svolgere un rito, l’Eucarestia, che poteva ben essere scambiato con una forma di cannibalismo: non scriveva infatti Giovanni( 6:53):”Se non mangiate la carne del figlio dell’uomo e bevete del suo sangue, non avrete vita in voi”?

QUANDO I CRISTIANI MANGIAVANO I BAMBINI
Nell’antichità troviamo molte descrizioni “negative” dei riti cristiani. “Ho inteso dire- così scrive Minucio felice verso la fine del II secolo – che essi, in base a non so quale sciocca credenza, adorano dopo averla consacrata una testa d’asino[…] Altri riferiscono ch’essi si prosternano dinanzi ai genitali del loro stesso iniziatore sacerdote, quasi ad adorare la forza genetica di chi li ha procreati”. La descrizione del rito diventa cruenta quando uno di loro “uccide il fanciullo con ferite impresse alla cieca, inconsciamente. E gli astanti – orribile sacrilegio – leccano avidamente il sangue del piccino, se ne spartiscono le membra a gara, stringono fra loro un sacro patto per mezzo di questa vittima, s’impegnano vicendevolmente al silenzio di questa correità”. Negli stessi anni Tertulliano, stanco di quelle accuse di orge incestuose, tenta di difendere i cristiani, scherzandoci su:”Suppongo che non potrai essere un vero cristiano se non hai né una madre né una sorella”. La lista degli esempi potrebbe agevolmente allungarsi, e tutti sembrano girare intorno agli omicidi rituali e ai banchetti cannibalici, le stesse accuse di cui saranno fatte oggetto le streghe. Nel suo volume Europe’s inner Demons (1975) Norman Cohn spiega come le idee e le credenze cristiane fossero una vera e propria negazione dei valori sui quali si reggeva e trovava coesione la società greco-romana.

STEREOTIPI DEGRADANTI
Per questo motivo i riti cristiani, soprattutto l’Eucarestia, e le loro celebrazioni, furono fraintesi alla luce di quelli che già allora erano stereotipi degradanti, così che una minoranza religiosa dissidente venne ad assomigliare ad una cospirazione politica rivoluzionarie e le sue pratiche viste come assolutamente inumane. “è un modello – conclude Cohn – destinato a ripetersi molte volte nei secoli successivi, quando sia i persecutori che i perseguitati sarebbero stati cristiani. Allora i perseguitati sarebbero stati accusati non solo di orge promiscue e infanticidio ma anche, e soprattutto, di rapporti con il diavolo e i suoi demoni”.
I Padri della Chiesa, che per primi difesero i cristiani da tali accuse infanganti, le conservarono e perpetuarono nel momento in cui le misero per iscritto, le inserirono in opere teologiche composte e più volte ricopiate lungo tutto il corso dell’alto medioevo: dovettero diventare familiari a tanti monaci. Non ci deve stupire allora che, venuto il momento di screditare alcuni gruppi religiosi marginali, gli eretici, le stesse accuse siano state rispolverate. Fu, inoltre, una prassi comune da parte dei cronisti del Trecento inserire queste storie grottesche nelle loro narrazioni, in modo tale da fornire ai predicatori del materiale per i loro sermoni contro l’eresia.

Tradimento della Maestà Divina
Successore di Diocleziano, Costantino fu un accanito seguace del dio Apollo fino a quando non si convertì, dopo la sua miracolosa vittoria a Ponte Milvio, contro il rivale Massenzio. Probabilmente fu allora che cominciò a pensare di ufficializzare il cristianesimo, cosa che fece l’anno dopo, nel 313. Di lì a poco, a partire dall’editto di Teodosio (381), la religione un tempo perseguitata diviene religionr di Stato, con la conseguente condanna di ogni devianza dalla fede cattolica. Fu Isidoro di Siviglia, tra VI e VII secolo, ad affermare con chiarezza nelle sue Allegorie che è compito dei principi, cui Dio ha “affidato loro la Chiesa”, far osservare con la forzale verità della fede.
Inoltre, se il diritto romano prevedeva il rogo per chi si fosse reso colpevole di crimen maiestatis, il tradimento nei confronti della suprema autorità civile, quando nella cristianità la fons iuris, la fonte di ogni legittimità, fu dichiarato Dio, allora l’eresia divenne anch’essa tradimento alla maestà, quella divina, e quindi perseguibile con la stessa pena del tradimento terreno.

La ricerca della Purezza Perduta
Se i primi secoli del cristianesimo non videro nascere pericolose eresie, la caduta del potere politico carolingio e la decadenza morale che caratterizzarono L’Europa intorno al Mille favorirono la diffusione di movimenti religiosi di riforma. Lo stato di decadimento del clero, accusato di impurità (nicolaismo) e di far commercio delle cariche ecclesiastiche (simonia), fa sorgere un diffuso desiderio di ritorno alla purezza religiosa, che si riteneva tipica dei primi cristiani.
Gruppi eterodossi vennero allo scoperto in molte zone d’Europa, fin dai primi anni del XI secolo:Italia, Francia, Germania. Tutti sembrano ruotare intorno al concetto forte della purezza, perseguibile solo attraverso il distacco radicale dei valori del mondo e della materialità.
Dietro queste ferme credenze, si nasconde anche il loro netto dualismo manicheo, reso assoluto nel credo di coloro che furono chiamati Catari, dal greco Katharos, “puro”.
Per loro il cosmo era retto da due principi opposti: dello Spirito, buono, e della Materia, cattivo. Quando Dio creò le cose, un demiurgo malvagio avrebbe imprigionato i frammenti spirituali nel mondo materiale. Per diventare Cataro, puro, “perfetto”, bisognava assolutamente liberarsi di quelli che non erano altro che involucri di materia: lo stesso corpo impediva alla parte più nobile e più completa dell’uomo di manifestarsi. Da qui l’idea che bisognasse distaccarsene, attraverso lunghi digiuni e persino con il suicidio, che in genere avveniva con il digiuno totale, o enduro.

Sessualità Immonda
Tra le accuse che furono rivolte ai Catari , e che rivivranno nella posteriore caccia alle streghe, ci fu anche quella si sessualità “immonda”, proveniente probabilmente dal fatto che la loro visione del mondo aborriva i rapporti fecondi, che avrebbero provocato soltanto nuove sofferenze, nuove gabbie corporali per accogliere in schiavitù lo spirito. Per questo i Catari erano favorevoli all’aborto e all’amore omosessuale, che aveva il vantaggio di essere sterile.
Quando, nel 1145, Bernardo di Chiaravalle giunse in Linguadoca alla guida di una missione di prelati, si rese conto dell’ampiezza del fenomeno cataro. Anche se i sermoni dei suoi Cistercensi costituiranno il fondamento teorico dell’inquisizione, in quegli anni non ebbero alcun effetto; anzi, circa vent’anni dopo gli eretici si riuniscono alla luce del sole in occasione del concilio cataro di Felix-du-Lauraguais, che sarebbe (se realmente avvenuto, dal momento che alcuni storici dubitano del suo reale svolgimento) la prima assemblea delle Chiese eretiche d’Occidente, presieduta da Niceta di Costantinopoli.

L’arma della Diffamazione
Ma per vincere le indubbie simpatie del popolo per i Catari, la Chiesa tentò anche di screditarli attraverso la sottile arma della diffamazione, descrivendo i loro riti con tratti decisamente osceni e disgustosi, come la cristianità aveva imparato a fare dal mondo greco-romano. Ne fu caso esemplare quello dei canonici della cattedrale di Orleans, nel 1022, accusati di eresia: secondo le fonti contemporanee, questi uomini di Chiesa non credevano che il sangue e il corpo di Cristo fossero realmente presenti nell’Eucarestia, negavano la soprannaturalità del Battesimo e ricevevano lo Spirito Santo attraverso l’imposizioni delle mani.
Queste scarse informazioni bastarono a un contemporaneo, Ademaro di Chabannes, per ridipingere a tinte fosche questi “manichei” condannati.
Costoro furono ingannati, assicura Ademaro, da un contadino che affermava di avere virtù magiche. Soprattutto, possedeva le ceneri di un bimbo morto: chi le ingeriva entrava immediatamente a far parte della setta. La campagna diffamatoria continuò e , meno di ottant’anni dopo, il monaco Paolo di Chartres, pur non avendo mai assistito alle riunioni orleaniste, scrisse con certezza:”Essi andavano insieme di notte, ciascuno portando un lume. I demoni erano invocati con formule particolari, e apparivano sotto l’aspetto di animali. Dopodiché le luci venivano spente, e seguivano fornicazioni e incesto. I bambini nati a seguito di ciò venivano arsi e le loro ceneri custodite gelosamente come una sacra reliquia”.

Gli Adoratori Del Gatto Nero
A concludere quello che ormai è lo stereotipo dell’eretico adoratore di Satana, intervenne, intorno al 1190, il cronista inglese Walter Map che, parlando di simili riunioni, aggiunse la fantastica notizia che vi sarebbe stato adorato un gatto nero sceso dal soffitto.
Costruita, formalizzata e artatamente diffusa, la tipologia delle riunioni degli eretici confluì in una bolla papale di Gregorio XI, la Vox in Roma, del 13 giugno 1233: “..emerge un gatto nero, grande come un cane di taglia media, che viene avanti camminando all’indietro e con la coda eretta. Il nuovo adepto, sempre per primo, lo bacia sulle parti posteriori, poi fanno lo stesso il capo e tutti gli altri”.
Terminata questa cerimonia, si spengono le luci e i presenti si abbandonano alla lussuria più sfrenata, senza distinzione di sesso.Se ci sono più uomini che donne, gli uomini soddisfano tra loro gli appetiti depravati, e le donne fanno lo stesso. Si può dire formata la visione dell’antisocietà corrotta e blasfema che fra poco vedremo aderire ad altri gruppi umani, non ancora eretici ma forzatamente a loro equiparati: la setta delle streghe, il massimo pericolo per cristianità. 

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