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Il cristianesimo dovette fare i conti con la ricca angelologia e demonologia dell’ebraismo più recente e del paganesimo, e cercò di ridurre questa presenza al minimo indispensabile; dovette fare i conti con le tante superstizioni riguardanti i rapporti fra defunti e viventi, e cercò, soprattutto con sant’Agostino, di demitizzare e spiritualizzare queste relazioni il più possibile. Nel secondo caso, forse, ci si è riusciti meglio che nel primo. Le speculazioni sugli angeli, sui demoni e su satana in particolare, infatti, si sono intensificate, col passare del tempo, e sono arrivate purtroppo alle esasperazioni teoriche e pratiche di certi inquisitori medievali. Come nota H.R. Trevor-Roper in Protestantesimo e trasformazione sociale :
“in lotta contro i nemici della fede, gli inquisitori avevano diviso naturalmente il mondo in luce e tenebre, e avendo dato un ordinamento sistematico al regno di Dio in una Summa theologiae, nulla di più naturale che compissero la stessa operazione verso il regno di Satana, elaborando una Summa daemonologiae”.
Ma è proprio vero che “nel primo ventennio del XIII secolo con Cesario di Heisterbach la natura del diavolo e le immagini connesse alla sua azione sensibile raggiungono una coerenza tale e sono così potentemente avallate dalle auctoritates della Chiesa (come da semplici, anonimi testimoni) che non saranno mai più messe in discussione nei secoli sucessivi” ? Tutt’altro. Nel 1631, il gesuita Friedrich Spee, con il libro Cautio criminalis, cominciò mettendo in discussione l’uso della tortura e le confessioni delle presunte streghe. E non fu il solo fra i cattolici.
Nello stesso tempo, Galileo Galilei col metodo sperimentale e René Descartes col dubbio metodico, come già Copernico con la nuova cosmologia e Colombo con le sue scoperte, aprirono la strada a quel radicale cambiamento di mentalità per cui come scrive il Trevor-Roper già citato – “il diavolo scompare silenziosamente insieme con la credenza nella stregoneria” Ora, non c’è alcun dubbio che tutti e quattro questi personaggi, oltre Friedrich Spee, erano credenti e cattolici, anche se spesso in rapporti difficili con la gerarchia: la fede cattolica, per mezzo di essi, ha finito per generare il mondo moderno, che non è figlio né dell’ateismo, né del diavolo.
Molta acqua, dunque, è passata sotto i ponti della storia e della teolotia. Sarebbe temerario affermare che lo sport della “caccia alle streghe” sia veramente finito, come sarebbe altrettanto sciocco sostenere che “il mistero dell’iniquìtà” sia scomparso e che il “grande Satana” sia andato in pensione.
La Chiesa cattolica continua a credere nella realtà del male e nell’esistenza del demonio, e quindi nella necessità della salvezza, ma crede anche e annuncia la buona novella che Cristo li ha già vinti e che, in fin dei conti, per chi è unito a Cristo si tratta solo di “mastini sdentati”. Su questi punti fondamentali erano d’accordo anche Papa Gregorio Magno e il monaco Cesario di Heisterbach. Tutto il resto è condizionato dalla cultura del tempo.