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Le fiamme – sono dentro di noi…
È un fenomeno che fa impazzire gli scienziati: delle persone ardono di fuoco proprio. Il corpo umano contiene dunque una forma latente di elettricità?
Come è possibile bruciare completamente in pochi istanti?
La diciassettenne Jacqueline Fitzsimons, studentessa di alta cucina all’Istituto Tecnico Hilton, sta allegramente chiacchierando con alcune compagne di classe nel corridoio della scuola, a Widnes on Cheshire, Gran Bretagna, quando improvvisamente la sua schiena comincia a prendere fuoco senza un’apparente ragione. Terrorizzate, le altre ragazze si mettono ad urlare: quindi accorrono le insegnanti che prontamente strappano di dosso alla ragazza i vestiti in preda alle fiamme. Il fuoco viene spento e la Fitzsimons trasportata in tutta fretta all’ospedale. In seguito la polizia interroga i testimoni. “Tutt’a un tratto Jacqueline ha detto di non sentirsi bene” ha raccontato una delle sue amiche, Karen Glenholmes, “e di avvertire una sensazione di bruciore alla schiena. Poi tutte noi abbiamo sentito puzza di bruciato e abbiamo visto che la sua camicia si era incendiata. Jacqueline si è messa a gridare. In un attimo anche i suoi capelli erano in fiamme”.
Nonostante le cure tempestive dopo quindici giorni la Fitzsimons è morta in ospedale. Bert Gilles, funzionario per la prevenzione incendi nel Cheshire, ha dichiarato: “Ho interpellato sette testimoni oculari. Finora non esiste una chiara spiegazione dell’evento.”
Corpi umani che ardono come torce
Il fenomeno dell’autocombustione umana, ovvero delle persone che improvvisamente bruciano per fuoco proprio, è raro a finora inspiegato, ma è rigorosamente documentato da almeno tre secoli. Questo evento agghiacciante riguarda persone normalissime che senza alcuna causa apparente e senza nemmeno accorgersene prendono fuoco: è come se le fiamme si sviluppassero all’interno dello stesso corpo. Il fenomeno si manifesta improvviso e repentino: gli autocombusti purtroppo muoiono in pochi istanti e altrettanto rapidamente si riducono ad un ammasso di cenere. Tutto questo, dà un punto di vista fisico, non dovrebbe poter succedere in quanto non esiste una spiegazione fisica. Lo studioso Franco Ossola ha commentato al riguardo: “Gli effetti di questa combustione preternaturale sono micidiali ed istantanei, che alla povera vittima non è dato neppure il tempo di rendersi conto della fine.” Nei rari casi in cui la morte viene miracolosamente evitata, gli ustionati non conservano memoria dell’evento. Cosi accadde nel 1904 a Grimsby, in Gran Bretagna, quando una cameriera venne salvata da un contadino. “La donna era intenta a spazzare la cucina”, raccontò quest’ultimo, quando i suoi vestiti presero fuoco. Lei sembrava non esserne accorta, continuava a lavorare tranquillamente. Si girò verso di me solo quando io mi misi a gridare. Sul momento non ci pensai, ma la ragazza era lontana dalle fiamme del camino e dai fornelli: come aveva fatto a prendere fuoco?” Quando la domanda venne posta alla cameriera, questa non fu in grado di rispondere. Non ricordava nulla dell’accaduto.
Combustioni di gruppo
Il 26 febbraio del 1905 i vicini della famiglia Kiley udirono, nella stanza di fronte, uno strano raschiare sul pavimento. Accorsi nell’appartamento attiguo per controllare cosa stesse accadendo, scoprirono con terrore che le fiamme avevano invaso il soggiorno. Il signor Kiley giaceva a terra carbonizzato e sua moglie, ustionata ma meno devastata dalle fiamme, era tranquillamente seduta in poltrona. Sembrava che la combustione li avesse uccisi tutt’a un tratto e contemporaneamente, senza lasciar loro il tempo di gridare. Altro aspetto curioso di questi fenomeni è il fatto che molto spesso gli abiti, le suppellettili e i mobili accanto al cadavere rimangono integri. E lo stesso vale talvolta persino per alcune parti del corpo degli autocombusti.
Nel 1966 John Irving Bentley di Coudersport, Pennsylvania, venne trovato nella stanza da bagno ridotto ad un mucchio di cenere. L’addetto del gas che rinvenne i resti dell’uomo constatò che, salvo che per un buco nel pavimento, sia gli oggetti sanitari che le tubature (come pure la gamba destra dell’uomo) erano intatti e puliti: fuoco e fumo non li avevano toccati.
In un’altra occasione vennero registrati ben tre casi nello stesso giorno. Il 7 aprile 1978, nei pressi di Nimega, in Olanda, venivano ritrovati all’interno di un’auto intatta i resti di un commerciante, “bruciato al di là di ogni possibile identificazione”, secondo il rapporto della polizia. Poco più tardi, al largo delle coste irlandesi, il timoniere della “Ulrich” scompariva nel nulla, lasciando dietro di sé un mucchietto di ceneri ed un paio di scarpe bruciacchiate. Sempre in quella data, in Inghilterra, la polizia scopriva sul sedile integro di un autocarro rovesciato in un fossato un mucchio di ossa annerite, mescolate a della cenere grassa; era quanto rimaneva del camionista George Turner.
Temperature da altoforno
Lo studioso Ossola ha manifestato il seguente dubbio, in relazione al fenomeno in esame: “Non si riesce a capire in che modo un tessuto umano che brucia possa generare le altissime temperature necessarie a consumare completamente un corpo, risparmiando invece materiali suppellettili altrettanto combustibili. È da questo, aggiunge il professor William Krogman dell’Università della Pennsylvania, che è nata l’idea che le vittime brucino di fuoco proprio, come se un calore di circa 3000 gradi centigradi si sprigioni dal di dentro dell’uomo. Ho provato a sottoporre i corpi di alcuni defunti a temperature analoghe collocandoli in forni inceneritori. I risultati hanno dimostrato che le ossa umane non si calcificano, riducendosi in cenere in poco tempo, come invece accade nei casi della combustione spontanea, ma esplodono in una miriade di frantumi di piccole dimensioni.”
Diversi studiosi del mistero, da Charles Fort a Larry Arnold a Livingston Gearhart, hanno cercato di trovare una spiegazione, e, pur senza riuscire a venire a capo dell’enigma, dall’analisi della casistica disponibile hanno ricavato alcune costanti. Il fenomeno non può essere collocato né in un tempo né in uno spazio determinati ( ne parlano da secoli le cronache di ogni paese); non predilige categorie particolari di individui; si manifesta inaspettato ed imprevedibile. Il calore istantaneo è altissimo e localizzato in un unico punto del corpo, dal quale si estende agli altri tessuti; durante la combustione si sviluppa un fumo azzurrino denso, che si dirada rapidamente, accompagnato da un odore dolciastro.
1725: Reims , Francia:l’albergatore Jean Millet viene processato con l’accusa di avere bruciato nel camino la propria moglie. Questa era stata trovata semi carbonizzata a mezzo metro dal focolare. I mobili circostanti erano intatti.
1731, Cesena: La contessa Cornelia di Bandi viene trovata incenerita nella camera da letto di una domestica. Unici resti, i due arti inferiori ed il capo semicarbonizzato.
1782, Caen Francia: Il dottor Mèrille certifica la morte di un’anziana signora, inceneritasi a 45 cm dal camino di casa. “Stranamente, benché fosse una giornata fredda” scrisse il medico nella cartella clinica,”nel focolare c’erano solo due o tre pezzi di legno bruciati.
1885, St.Petersbourgh, U.S.A.: La signora Thomason trova dei resti della sua inquilina, la 67enne Mary Reeser, carbonizzata in mezzo al salotto. Verdetto ufficiale dell’FBI, la donna era morta per essersi addormentata con una sigaretta accesa!
1907, Falkirk, Gran Bretagna: La signora Cochrane brucia in silenzio nella sua stanza. “Era talmente arsa da renderne impossibile il riconoscimento” commentò il quotidiano “Daily News” del 17 dicembre.
1908, Withley Bay, Gran Bretagna. Wilhelmina Dewar muore bruciata mentre sta dormendo. Le lenzuola e le coperte del letto sono intatte, nella stanza non viene trovata traccia di fumo.
1922, Sydenham, Gran Bretagna: Euphemia Johnson viene rinvenuta bruciata. Le sue ossa biancheggiano calcinate mentre i suoi abiti, inspiegabilmente sono intatti.
1960, Pikeville, U.S.A.: La polizia scopre dentro un’auto i resti di cinque corpi carbonizzati. “Erano posizionati proprio come se fossero seduti in macchina”, si lenne nel rapporto. “Con tutto il calore che è stato liberato durante la combustione, meraviglia che non abbiano cercato di scappare”.
1971, Arcis-sur-Aube, Francia. Lèon Eveil viene trovato bruciato dentro la propria macchina. Quest’ultima non ha subito alcun danno.
Il naturalista Ivan Sanderson ha individuato sul nostro pianeta diverse zone magneticamente anomale, a distanza di 36 gradi terrestri uno dall’altro.